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La graduatoria di tutti i comuni umbri per numero di imprese ogni 100 abitanti, chi brilla e chi mostra minore vocazione imprenditoriale. Va ricordato che l’Umbria ha una propensione all’imprenditorialità tra le più alte d’Italia: è la quinta regione per densità imprenditoriale rispetto agli abitanti e la terza per densità di società di capitale. Ma i numeri tra il 2023 e il 2024 sono peggiorati.
La dichiarazione
Giorgio Mencaroni, Presidente della Camera di Commercio dell’Umbria: “Il calo registrato nel 2024 rappresenta una sfida per l’Umbria, una regione da sempre sinonimo di imprenditorialità e dinamismo economico, due leve per affrontare con decisione sul fronte della digitalizzazione e dell’innovazione, incentivando l’ingresso dei giovani nel mondo delle imprese. Sono necessarie politiche coraggiose e interventi mirati, sostenendo concretamente gli imprenditori. Un concerto di iniziative e di misure che richiedono una stretta collaborazione tra le Istituzioni e un dialogo costante con le associazioni di categoria, elementi fondamentali per l’animazione e l’articolazione territoriale delle politiche”.
Todi si conferma nel 2024 il comune umbro con il più alto tasso di imprenditorialità tra i municipi oltre i 10 mila abitanti, con 14,1 imprese ogni 100 residenti. Seguono Castiglione del Lago e Bastia Umbra (11,9 imprese ciascuno), poi Orvieto (11,8) e Assisi (11,7). Questi dati emergono dal report della Camera di Commercio dell’Umbria, che analizza la densità di aziende rispetto alla popolazione residente nel 2024.
Todi leader da tre anni, San Giustino ultimo tra i grandi comuni
Per Todi si tratta di una conferma dopo aver primeggiato anche nel 2022 e nel 2023. Dopo la Top Five, la graduatoria prosegue con Città di Castello (11,2), Gualdo Tadino e Gubbio (11), Marsciano (10,8). Più distanti Perugia (10,5), Spoleto e Umbertide (10,4), Terni e Foligno (9,9), Corciano (9,7). Chiudono Narni (9,6), Magione (9,4), Amelia (8,7) e, fanalino di coda, San Giustino con appena 7,8 imprese ogni 100 residenti.
Municipi tra 5 mila e 10 mila abitanti: testa a testa tra Gualdo Cattaneo e Montefalco
Tra i comuni medi (da 5 mila a 10 mila abitanti), Gualdo Cattaneo mantiene il primato per il terzo anno consecutivo con 14,3 imprese ogni 100 abitanti. A un’incollatura segue Montefalco con 14,2. Completano la graduatoria Torgiano (12,4), Tuoro sul Trasimeno (10,7), Spello (9,5), Nocera Umbra (9,3), Deruta (9,2), Trevi (8,5), Panicale (8,4). Città della Pieve è ultima con 13,9.
Nei piccoli comuni Cascia in coda, Monteleone di Spoleto in vetta
Nei comuni umbri sotto i 5 mila abitanti, dove piccole variazioni numeriche influenzano fortemente il tasso imprenditoriale, spiccano Monteleone di Spoleto (18,1 imprese ogni 100 residenti), Norcia (15,6), Sant’Anatolia di Narco (15,2), Massa Martana (13,6) e Lisciano Niccone (6,6). Al fondo della classifica Cascia, con solo 6,3 imprese ogni 100 abitanti, preceduta da Porano (6,4), San Gemini (7,0), Allerona (7,3) e Giove (7,7).
Umbria, imprenditorialità ancora alta ma in calo nel 2024
A livello regionale, l’Umbria registra nel 2024 un calo del tasso di imprenditorialità, scendendo da 11 a 10,1 imprese ogni 100 residenti. La diminuzione, ossia il calo generale del numero di aziende superiore rispetto alla contrazione della popolazione, riguarda anche i comuni più imprenditoriali. Todi scende da 14,5 a 14,1, Castiglione del Lago da 12,4 a 11,9, Bastia Umbra da 12,3 a 11,9 e Orvieto da 12,1 a 11,8. Assisi registra una lieve diminuzione, da 11,8 a 11,7.
Nonostante questa flessione, l’Umbria mantiene una propensione all’imprenditorialità tra le più alte d’Italia, posizionandosi quinta per densità imprenditoriale rispetto alla popolazione e terza per densità di società di capitale.
L’Umbria del vino e dell’olio: il triangolo d’oro
L’area compresa tra Montefalco (14,2 imprese ogni cento abitanti), Todi (14.1) e Spoleto (10.4) continua a dominare la classifica, formando quello che si può chiamare “il triangolo d’oro” dell’imprenditorialità umbra.
Fattori di successo:
- Presenza di DOCG (Sagrantino di Montefalco)
- Turismo enogastronomico di qualità
- Rete consolidata di agriturismi
La crisi della Valnerina: tra resilienza e spopolamento
La valle che comprende Norcia (15.6), Cascia (6.3) e Preci (11.6) presenta il divario più marcato tra comuni vicini:
- Norcia beneficia ancora del brand del tartufo e della norcineria, ma il colpo assestato dal terremoto di fa sentire.
- Cascia soffre l’isolamento post-terremoto
L’asse del Trasimeno: turismo vs crisi del lago
I comuni lacustri mostrano performance contrastanti:
- Castiglione del Lago (11.9) e Passignano (9.3) in calo
- Tuoro (10.7) in ripresa
- Magione delude
Le terre di confine: la sfida delle aree periferiche
- Le zone al confine con Lazio e Marche rivelano criticità sistemiche:
- Città della Pieve (7.2) e Allerona (7.3) soffrono la doppia dipendenza da Orvieto e Chiusi
- Gualdo Cattaneo (14.3) fa eccezione grazie alla strategica posizione sulla Flaminia
Le città murate: un modello in affanno?
I borghi storici mostrano dati preoccupanti:
- Bevagna (11.6) e Trevi (11.8) tengono grazie agli eventi
- Spello (10.5) e Deruta (10.8) pagano la crisi dell’artigianato
Le aree industriali: le ex eccellenze non brillano
Il corridoio Terni (9.9)-Foligno (9.9)-Narni (9.6) mostra:
- Resilienza di Terni grazie alla riconversione green
- Narni come caso studio di transizione
- Foligno sotto le aspettative