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A poche settimane dalla conclusione in Umbria de “L’Umbria del Vino” il primo concorso enologico regionale ideato dalla Camera di Commercio dell’Umbria e autorizzato dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, l’Ente camerale accende i riflettori sull’andamento economico del settore vitivinicolo che nella regione Cuore Verde d’Italia appare in crescita e “in fermento”.
La struttura produttiva delle aziende vinificatrici in Umbria è piccola o media piccola. Oltre la metà delle aziende infatti produce meno di 100 ettolitri di litro all’anno.
I numeri della filiera Le aziende agricole in Umbria al III trimestre 2021 sono 16.653, scendono a 16.136 (al 31 dicembre 2020 fonte Registro Imprese) di queste le vinificatrici sono 1.356. Dato che pone l’Umbria al nono posto in Italia per numero di imprese vinificatrici.
Numero che si è asciugato rispetto ai tre anni precedenti, quando nel 2017 operavano in regione 1.596 aziende che producevano vino.
In crescita, invece, il terreno destinato a vigneto. Il trend è in crescita lieve ma costante dal 2018. Gli ultimi dati aggiornati (fonte Ismea ndr) rilevano che il 2021 si è chiuso con 12.739 ettari a vigneto, il 2020 segnava 12.658, il 2019 gli ettari erano 12.531, mentre 12.495 erano gli ettari a vigneto nel 2018.
Il contributo dell’Umbria alla produzione nazionale del vino si attesta allo 0,8% (ultimo aggiornamento disponibile al 2020 fonte Ismea). Nel 2020 l’Italia ha prodotto 49 milioni di ettolitri (49.066) con la regione Veneto saldamente in testa che da sola produce ben 11milioni 717mila ettolitri. L’Umbria ha prodotto nel 2020, 378mila ettolitri (tuttavia tra il 2019 e il 2020 la produzione di vino ha subìto una consistente diminuzione, scendendo dell’11,2%), di cui la grande maggioranza è rappresentata dalla sua anima "bianca": ben 226mila ettolitri, quasi il 60%, tra vini bianchi a denominazione di origine, bianchi a indicazione geografica tipica e più generici vini bianchi "da tavola". Circa 154mila gli ettolitri di vino rosso (fonte dati MIPAAF).
Le Dop e le Igp. L’Umbria è patria di 21 denominazioni, di cui 15 Dop e 6 Igp. Le Dop si concentrano 13 nel perugino e le restanti due nel ternano (in particolare Amelia e Orvieto), le Igp 4 nel perugino e 2 nel ternano (ad Allerona e Narni).
Sul fronte denominazioni, secondo l’ultima classifica della vendita dei vini nella Distribuzione Moderna (DM), elaborata da IRI per Vinitaly, tra le prime posizioni si trova anche il Sagrantino con un +43,7%. Classifica che evidenzia come sono sempre in crescita le grandi denominazioni del vino (Lambrusco, Barolo, Brunello), ma pure che lo scatto più significativo, oltre che con il bianco Lugana (Lago di Garda), si registra a Montefalco.
Per quanto riguarda le esportazioni fuori dall’Italia, dei 444.640 ettolitri prodotti nel 2019, il volume delle esportazioni è pari 6.530 ettolitri.
“Le aziende umbre che producono vino – precisa il Presidente della Camera di Commercio dell’Umbria, Giorgio Mencaroni - sono mediamente di piccole dimensioni ma connotate da particolare vitalità e stanno emergendo all’interno del settore enologico nazionale, il nostro impegno è aiutarle a crescere”. “In questo quadro - prosegue - abbiamo ideato e realizzato in Umbria il concorso “L’Umbria del Vino”, che ha raggiunto devo dire risultati molto al di sopra delle nostre aspettative e che a febbraio vedrà la proclamazione dei vincitori di questa prima edizione”. “L’Umbria non è solo la terra dei piccoli borghi ma siamo conosciuti in Italia e all’estero anche per la nostra cultura enogastronomica - conclude il Presidente Mencaroni - in un’ottica di promozione del brand Umbria crediamo che il vino e la nostra cultura enologica possano contribuire fortemente allo sviluppo del turismo e a far conoscere ancor di più la nostra terra in Italia e nel mondo”.