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E’ possibile riattivare il turismo dopo un disastro naturale? Un’alluvione o un terremoto cosa distruggono veramente? Non solo edifici, ma anche posti di lavoro e imprese. L’Umbria è stata scossa il 30 ottobre 2016 dal sisma di magnitudo 5.9 con epicentro a Norcia, il 12 novembre 2012 una pesante inondazione del fiume Paglia apportò gravissimi danni nel territorio di Orvieto. Oggi questi territori sono ancora alle prese con i danni di questi pesanti disastri naturali.
E tra le filiere economiche che in disastri del genere si ritrovano in ginocchio, c’è sicuramente quella turistica. Le imprese umbre dell’accoglienza e della ristorazione si ritrovarono a fare i conti con un territorio che non è più lo stesso.
Scenari difficili da gestire. Come riattivare allora il turismo dopo un disastro naturale?
Proprio di questo si sta occupando il progetto europeo Erasmus+ “Re-TOURn”, di cui è partner per l’Italia la Camera di Commercio dell’Umbria insieme all’Università di Macerata. Finanziato dall’Unione europea con oltre 300mila euro, avrà una durata di circa tre anni e coinvolge altri otto partner tra atenei, centri di formazione, e associazioni in Italia, Slovenia, Germania, Ungheria e Grecia. Tutti questi Paesi, infatti, hanno sperimentato l’impatto dei disastri naturali: il centro Italia nel 2016 col terremoto, gli altri con incendi, valanghe e alluvioni. Tutti risentono ancora dei danni a livello ambientale, economico e sociale, aggravati dallo scoppio della pandemia, che ha contratto gli afflussi turistici a livello mondiale, deprimendo ulteriormente le zone colpite. Il progetto è stato finanziato per ricreare e potenziare figure professionali esperte di territorio, ambiente e turismo, per valorizzare e recuperare l’equilibrio territoriale, economico e sociale.
“Nei disastri naturali anche le esigenze delle imprese escono dall’ordinario, ci si confronta con un contesto nuovo che è mutato rapidamente, uno scenario assolutamente non prevedibile, ecco perché crediamo che questo progetto europeo su cui stiamo investendo le nostre energie possa contribuire ad aiutare le aziende e i territori a rinascere – sottolinea il Presidente della Camera di Commercio dell’Umbria, Giorgio Mencaroni – creare la figura di un esperto di riconversione turistica va nella direzione di un aiuto concreto agli imprenditori, che in questa fase hanno la possibilità di essere interrogati e comunicarci direttamente le loro esigenze, le loro necessità, contributi preziosi che ci aiuteranno a definire la nuova figura professionale di Esperto di riconversione turistica”.
Oggi infatti a Terni, presso la sede dell’Ente camerale, si è svolto un focus group nell’ambito del progetto europeo a cui hanno preso parte 6 imprese provenienti dalle zone colpite dagli ultimi eventi sismici. In particolare, Norcia, Ferentillo, Arrone e Sant’Anatolia di Narco. Hanno dato il loro contributo l’azienda ricettiva_"Abbazia di San Pietro in Valle", Ferentillo (Tr), l’azienda agricola _"Zafferano e dintorni", Sant'Anatolia di Narco, (Pg), Visit Ferentillo, APS per la promozione turistica della Valnerina, (Tr), l’azienda ricettiva Sporting Hotel il Salicone Srl, Norcia (Pg), l’agriturismo Casa Mattei Arrone (Tr), Le Rocche Valnerina Residence, Ferentillo (Tr).
Quello che le aziende chiedono in puna figura di raccordo e coordinamento tra le varie aziende che intervenga subito dopo il disastro e che permanga sul territorio per un tempo mediamente lungo dopo l’evento. Un esperto in grado di progettare e avere una visione, che sappia traguardare il futuro e che funga da stimolo alla ripresa nei territori coinvolti.
Il confronto è stato essenziale nell’iter del progetto per raccogliere feedback da parte delle imprese e creare un primo Report che definisca le caratteristiche del nuovo profilo professionale in ambito turistico, il Tourism Recovery Expert.