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Il Presidente della Camera di Commercio dell’Umbria fa un primo bilancio della stagione turistica estiva e indica i motivi che dalla seconda metà di luglio hanno frenato la crescita, fino ad allora eccellente: il meteo (che a luglio ha scoraggiato l’afflusso nelle località balneari e lacuali, tra cui il Trasimeno) e la riduzione del reddito disponibile delle famiglie a causa dell’inflazione, a cui si è aggiunto il forte rincaro delle rate dei mutui a tasso variabile. Mencaroni resta comunque positivo sull’andamento del turismo sia nel breve periodo che in quello medio-lungo. Ribadita la strategicità del turismo per l’economia.
“L’agosto dei record del turismo di cui si era parlato, e su cui avevamo ovviamente sperato, non c’è stato né in Italia, né in Umbria. Questo non significa che il bilancio del turismo estivo nella regione sia negativo. Tutt’altro, i numeri sono positivi, solo che non si è materializzato quell’agosto che, stando a vari segnali che erano arrivati e al trend di crescita del turismo fino alla prima metà di luglio, doveva essere il mese che avrebbe stracciato ogni record precedente”.
Lo afferma il Presidente della Camera di Commercio dell’Umbria, Giorgio Mencaroni, nel nuovo video dell’appuntamento “ll Punto del Presidente”, curato dall’Ufficio Stampa e Comunicazione dell’Ente camerale.
“Dopo un primo semestre dell’anno eccezionale, con il trend che era proseguito anche nella prima parte di luglio - spiega il Presidente Mencaroni - dalla seconda metà di luglio sono apparsi dei segnali di rallentamento di questa tendenza eccellente che, appunto, aveva fatto presagire un agosto senza precedenti. Invece è un agosto buono, ma che non segna alcun record e tantomeno lo segna verso l’agosto 2021, quando la voglia degli italiani di tornare a muoversi dopo il Covid era forte, la situazione incerta sul fronte della pandemia nei vari Paesi sconsigliava viaggi all’estero e l’Umbria si presentò sul mercato con una campagna azzeccatissima, ‘Umbria bella e sicura’. Un quadro che determinò un boom del turismo nella regione che difficilmente verrà battuto”.
Mencaroni individua i motivi del rallentamento della crescita registrata, rispetto alle tendenze eccellenti registrate fino a quel momento, dalla seconda parte di luglio ad agosto. “Certamente il tempo, che in certi momenti è stato inclemente e che ha penalizzato il turismo verso mare e laghi, tra cui appunto il Lago Trasimeno, dove le permanenze medie sono mediamente piuttosto lunghe e che il meteo in quel momento ha scoraggiato, con regioni come l’Emilia-Romagna che hanno pagato un prezzo elevato. Poi la riduzione del reddito disponibile delle famiglie intaccato in maniera importante dall’inflazione, a cui va sommato il maggior esborso, da parte di non poche famiglie, per il pagamento delle rate dei mutui a tasso variabile alla luce di un aumento dei tassi da parte della Bce senza precedenti, almeno come rapidità di aumento visto che siamo giunti al decimo rialzo consecutivo. Teniamo poi presente che l’aumento medio dei costi subito dalle strutture ricettive è stato di circa il 9 per cento e questo ha determinato un conseguente rincaro dei servizi offerti”.
Il Presidente della Camera di Commercio dell’Umbria è ottimista anche per il futuro, sia nel breve che nel medio-lungo periodo: “Al di là del rallentamento della crescita nella seconda metà di luglio ed agosto, l’Italia resta sempre in testa nella graduatoria dei Paesi che si desiderano visitare e l’Umbria, in questo contesto, risulta una delle regioni migliori come attrattività culturale e turistica e che è sempre ai primi posti per crescita percentuale del turismo”.
Mencaroni, allargando il discorso all’andamento turistico nazionale, parla poi di “leggende metropolitane” riferendosi al fatto che a frenare la corsa del turismo nella seconda metà di luglio e ad agosto, siano stati flussi di arrivi e presenze che si sono spostate dall’Italia alla Croazia e Albania: “La concorrenza di prezzo di certe località croate e albanesi certamente esiste, ma si tratta di elementi marginali che non spostano il quadro della situazione. Il rallentamento della corsa, come ho detto, ha altre cause”.
Infine, il Presidente dell’Ente camerale ribadisce “l’importanza del turismo come motore strategico per l’economia italiana. Intanto perché, come osservano gli economisti, è un motore autonomo dell’economia che, in quanto sottoposto alla concorrenza internazionale, è sempre alla ricerca di maggiore qualità e di sempre maggiore competitività. Ma poi perché è tra i motori autonomi dell’economia che attraggono risorse dall’esterno. Il saldo positivo del turismo, infatti, in Italia contribuisce a rendere positiva la bilancia dei pagamenti. Dell’importanza del turismo come motore strategico dell’economia italiana, d’altronde, ha parlato di recente anche il ministro dell’Economia, Giovanni Giorgetti, commentando il calo congiunturale dello 0,3% del Pil italiano nel secondo trimestre. Questa flessione, ha detto infatti il ministro, contiamo di recuperarla nel III trimestre grazie all’apporto del turismo”.