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In Alta Valle del Tevere e quindi nei comuni prevalenti Città di Castello, San Giustino, Umbertide dall’inizio della pandemia si è incrementato l’interesse e le ricerche degli appartamenti con degli spazi fruibili esterni, quali balconi, terrazzi, giardini o addirittura case in aperta campagna.
“L’utenza ha preso coscienza dell’importanza di avere una casa da poter vivere nella sua interezza – ha evidenziato Federico Giani, componente del Comitato di Vigilanza della Borsa Immoboliare della Camera di Commercio dell’Umbria - soprattutto quando si è obbligati allo smart working o a restare forzatamente in casa con la famiglia, mentre prima magari le famiglie uscivano di casa di prima mattina e tornavano tardo pomeriggio o sera, con una esigenza veramente minima di avere degli spazi esterni, ma solo un lusso aggiuntivo”.
Per quanto riguarda il mercato residenziale la movimentazione delle compravendite si è manifestata soprattutto nelle prime case o nelle sostituzioni, con la vendita della casa vecchia per comprare quella nuova, il tutto supportato all’80 e 100% da un mutuo ipotecario. “Direi quindi – precisa Giani -che non c’è stato un effettivo movimento di risparmi personali di denaro, ma c’è stata una movimentazione di mutui ipotecari, ai quali alcuni clienti hanno potuto accedere grazie ad un lavoro a tempo indeterminato e grazie ai tassi di interesse che ora sono ai minimi storici e che quindi hanno permesso, anche grazie alla garanzia Consap dello Stato, di avere il 100% di mutuo e addirittura di riuscire a pagare una rata di mutuo inferiore al canone di affitto”.
Per quanto riguarda il mercato del terziario e industriale capannoni e similari invece la situazione è molto diversa; i negozi si sono svuotati quasi tutti anche nelle posizioni migliori dei centri storici, per i restanti i canoni di locazione sono stati ridotti ai minimo.
Le richieste degli uffici sono molto sporadiche e a prezzi inferiori alle abitazioni.
Il mercato dei capannoni industriali artigianali è completamente fermo.
Questo scenario purtroppo era già in essere prima della pandemia, con quest’ultima si è aggravato e al momento il futuro non promette niente di buono.
A Città di Castello nel centro storico la situazione era già in forte crisi prima dell’avvento della pandemia; infatti i negozi si erano già svuotati per la maggioranza, e il commercio si era spostato nella parte nord della città, a circa 3 km, grazie a superfici commerciali di grandi dimensioni con comodi parcheggi.
Cosa diversa per i piccoli borghi medievali ottimamente conservati, come Citerna Montone e Monte Santa Maria Tiberina che, grazie alla loro specificità, sono rimasti di élite e attraggono sempre pubblico di tutto il mondo, ed hanno quindi un mercato di nicchia. Le amministrazioni comunali sono riuscite a mantenere questi borghi in ottimo stato grazie anche alla piccola dimensione degli stessi.
Per quanto riguarda i casolari nelle nostre campagne è diminuita molto la richiesta da parte degli inglesi i quali anzi hanno rivenduto e stanno rivendendo ancora; è aumentata però la richiesta di informazioni da parte di altri soggetti internazionali, perché per chi vuole fare un investimento in un territorio ancora vergine, con ottima qualità della vita, prezzi bassi e ottimo cibo, sotto un milione di euro c’è la possibilità di fare dei buoni affari. Infatti c’è un’ampia offerta di immobili che hanno un valore di costruzione molto superiore al prezzo richiesto.
Gli stranieri sono attratti dalle nostre cittadine e dai nostri borghi perché ancora il rapporto tra le persone è molto diretto, si conoscono tutti. Inoltre le amministrazioni comunali investono molto nel turismo e negli eventi, per cui il periodo estivo offre molte possibilità di svago, sia per i residenti che per i turisti.
“Riassumendo – conclude Federico Giani - il nostro territorio essendo ancora rimasto intatto e tranquillo è sempre appetibile sia per la clientela italiana dei grandi centri urbani, sia per quella straniera e speriamo che questo trend possa crescere sempre di più in vista di un ritorno alla normalità”.