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Imprese artigiane umbre, è stato un decennio di lunga notte di calo strutturale, perse 3mila 018 aziende e 5mila 336 addetti, in termini percentuali la terza flessione più pesante tra le regioni italiane Ma ci sono anche alcune luci, come l’aumento della dimensione aziendale media, la crescita degli addetti dipendenti e la tenuta delle imprese artigiane femminili
I colpi maggiori del decennio subiti soprattutto nel primo quinquennio 2014-2019,poi la spinta alla flessione ha perso forza

Report della Camera di Commercio dell’Umbria, che informa anche dell’importante opportunità con l’arrivo delle Indicazioni Geografiche Protette (IGP) per i prodotti artigianali e industriali. Domande a partire dal 16 settembre 2024 ed entro le ore 13 del 31 ottobre 2024 per presentare una richiesta di registrazione anche per i prodotti artigianali e industriali. Previsti, inoltre, contributi per le associazioni di produttori. Male le imprese artigianali giovanili, che tra il secondo semestre 2014 e lo stesso trimestre 2024 scendono dal 10,2% al 7,4% delle aziende totali attive della regione, con un calo del 40,7% (da 2mila 282 a 1.354), a dimostrazione delle speciali difficoltà del passaggio generazionale nel mondo artigiano. Da evidenziare che, se nel secondo trimestre 2014 il numero degli addetti familiari superava quello degli addetti dipendenti (28mila 718 contro 26mila 935), nel secondo trimestre 2024 la situazione è ampiamente invertita (22mila 953 gli addetti familiari, 27mila 363 quelli dipendenti). E la dimensione media delle imprese artigiane umbre è passata da 2,5 addetti totali del 2014 a 2,6 del 2024 e da 1,2 a 1,4 se si prendono in considerazione i soli addetti dipendenti, escludendo quelli familiari. Si tratta di una crescita della dimensione media del 4% (+16,7% se si considerano i soli addetti dipendenti). Insomma, meno imprese ma un po’ più robuste.

La dichiarazione

Giorgio Mencaroni, Presidente della Camera di Commercio dell’Umbria: “Le aziende artigiane sono di grande importanza per la crescita di qualità della regione. Pensiamo, a mo’ di esempio, quanto sta avvenendo da anni in Umbria nel tessile, dove marchi di grande risonanza insediano parte delle proprie produzioni nella regione anche perché trovano quelle competenze, quei saperi artigianali tramandati con cura che non è facile trovare. E ciò vale per molti altri settori. Si tratta quindi non solo di un fatto culturale e di tradizione, motivazioni che da sole varrebbero il sostegno al mondo dell’artigianato, ma anche di vere e proprie possibilità di sviluppo economico e sociale all’insegna della sostenibilità, anche sociale. Senza il mondo dell’artigianato, o con un mondo dell’artigianato molto debole, sarebbero tante le opportunità che l’Umbria perderebbe, anche in termini di coesione sociale. Per questo la Camera di Commercio è molto attenta a tale mondo, cercando di coglierne le istanze e di dare risposte concrete, con l’obiettivo di spingere a mantenere e aumentare la qualità del tessuto produttivo artigiano. Numerose sono le iniziative della Camera, alcune specifiche e altre più generali, a cui possono accedere le aziende artigiane. Ed è per questo che il report dell’Ente camerale sulle aziende artigiane aiuta a centrare gli interventi. In tale contesto, va evidenziata l’importanza della possibilità, che finalmente è arrivata, delle Indicazioni Geografiche Protette (IGP) per i prodotti artigianali e industriali. Una possibilità importante, disciplinata dal Regolamento UE 2023/2411, entrato in vigore il 16 novembre 2023, che ha introdotto in tutti gli Stati membri regole certe ed omogenee per proteggere ed elevare la qualità dei prodotti artigianali e industriali in tutta l’Unione europea. L’Umbria deve essere protagonista di questa opportunità e la Camera spingerà su informazione e azione per favorire la partecipazione delle imprese, di concerto con il Ministero delle Imprese e del Made in Italy”.

E pur si muove. Perché, nella lunga notte fredda del calo strutturale del numero delle aziende artigiane (in Umbria ne sono sparite 3mila 018 solo nell’ultimo decennio 2014-2024, portando la percentuale delle imprese artigiane attive sul totale delle imprese dal 10,2% del 2014 al 7,2% del 2024), c’è tuttavia anche qualche luce. Come il fatto che gli addetti totali (sia quelli familiari che quelli dipendenti) sono scesi meno del numero delle aziende (e, nel caso degli addetti dipendenti, sono addirittura cresciuti) e ciò significa che, in media, nel decennio è aumentata del 4% (del 16,7% se si prende in considerazione la dimensione media relativa ai soli addetti dipendenti, escludendo gli addetti familiari) la dimensione delle aziende artigiane, il che è certamente - insieme ai dati sulla crescita del numero degli addetti dipendenti - un segnale comunque importante in termini di irrobustimento del tessuto produttivo artigiano umbro: meno aziende, insomma, ma un po’ più robuste di prima. O come la sostanziale tenuta, nell’intero decennio, delle imprese artigiane femminili, sia in termini di numero di aziende che di addetti (la loro percentuale sul totale delle aziende artigiane umbre è aumentata, nel decennio 2014-2024, dal 17,9% al 19,6%). O, ancora, la tenuta degli addetti dipendenti delle aziende artigiane giovanili negli ultimi cinque anni, dopo la pesante flessione dal 2014 al 2019.
Come va evidenziato che, in generale, nell’ultimo decennio il mondo dell’artigianato umbro ha subito il colpo più forte dal 2014 al 2019, mentre il quinquennio 2019-2014 ha visto la spinta al calo perdere forza.

È, in estrema sintesi, quanto emerge da questo report della Camera di Commercio dell’Umbria sulle aziende artigiane, ricordando che l’imprenditore artigiano è colui che esercita personalmente, professionalmente e in qualità di titolare, l’impresa artigiana, svolgendo in misura prevalente il proprio lavoro, anche manuale, nel processo produttivo. L'impresa è considerata artigiana quando al suo interno vengono svolte attività di produzione di beni, anche semilavorati, oppure prestazioni di servizi, con un limite relativo alle dimensioni ed alla forma giuridica, o nel caso l'attività riguardi mestieri artistici e tradizionali.
Il report dell’Ente camerale umbro prende in considerazione l’ultimo decennio, prendendo a riferimento le cifre del secondo trimestre (quindi dal secondo trimestre 2014 al secondo trimestre 2024, che è il dato più aggiornato).

Umbria terzultima per calo delle imprese artigiane nell’ultimo decennio e al quartultimo posto nell’ultimo quinquennio

Dal secondo trimestre 2014 allo stesso trimestre 2024 il numero delle aziende artigiane attive è sceso in Umbria da 22mila 389 a 19mila 371 (-3mila 018), con una flessione del 13,5%, il terzo peggior risultato in Italia dopo quelli di Abruzzo (-18,6%) e Marche (-20%). L’unica regione che nel decennio avanza (+4%) è il Trentino Alto Adige. Il dato umbro è non di poco peggiore rispetto alla media nazionale (-9,1%).
Quanto all’ultimi quinquennio (2019-2024), anche in questo caso l’Umbria non brilla per andamento del numero delle aziende artigiane attive, con un meno 5,2% che vale la quartultima posizione, contro una media nazionale del -2,8%.

…. ma la flessione degli addetti totali delle imprese artigiane è minore di quella del numero delle aziende, per cui aumenta la dimensione media delle imprese della categoria. E l’andamento degli addetti dipendenti mostra il segno più

Va subito chiarito che gli addetti delle imprese artigiani sono di due tipi: addetti familiari, ossia l’imprenditore e i suoi familiari (parenti entro il terzo grado e gli affini entro il secondo grado del titolare dell’impresa) che lavorano con lui nell’azienda, e gli addetti dipendenti, che lavorano nell’impresa appunto in qualità di dipendenti e non fanno parte della famiglia.

Gli addetti totali, ossia la somma delle due figure, in Umbria sono scesi da 55mila 653 del secondo trimestre 2014 ai 50mila 317 dello stesso trimestre 2024 (-5mila 336), con una contrazione del 9,6%, decisamente inferiore al -13,5% fatto segnare nello stesso periodo dal numero delle aziende artigiane.
Ma, all’interno degli addetti totali, il calo riguarda solo gli addetti familiari, che in dieci anni passano da 28mila 718 a 22mila 053 (-5mila 765), con una riduzione del 20,1%. In pratica, in dieci anni è sparito un addetto familiare ogni cinque. Tutto ciò mentre, invece, nel decennio il numero degli addetti dipendenti non solo non cala, ma addirittura cresce: da 26mila 935 a 27mila 364 (+429, +1,6%).
Non solo, ma, se nel secondo trimestre 2014 il numero degli addetti familiari superava quello degli addetti dipendenti (28mila 718 contro 26mila 935), nel secondo trimestre 2024 la situazione è ampiamente invertita (22mila 953 gli addetti familiari, 27mila 363 quelli dipendenti).
Il quadro presentato restituisce, quindi, una situazione per cui la dimensione media delle imprese artigiane umbre è passata da 2,5 addetti totali del 2014 a 2,6 del 2024. Considerando i soli addetti dipendenti, escludendo quindi quelli familiari, la dimensione media sale in un decennio da 1,2 a 1,4. Le aziende artigiane umbre, quindi hanno – in media – aumentato la loro dimensione del 4%, che diventa +16,7% se si prendono in considerazione i soli addetti dipendenti.

Imprese giovanili artigiane, crac del numero imprese nel decennio e degli addetti familiari. Ma nell’ultimo quinquennio si è del tutto fermata la discesa degli addetti dipendenti

Pessimo risultato del numero delle imprese giovanili artigiane, che nel decennio 2014-2024 scendono dal 10,2% al 7,4% delle aziende totali attive della regione, con un calo del 40,7% (da 2mila 282 a 1.354), a dimostrazione delle speciali difficoltà del passaggio generazionale nel mondo artigiano. Tuttavia, il grosso della flessione è avvenuto nel primo quinquennio 2014-2019, mentre nell’ultimo quinquennio 2019-2024 si è attenuata. Idem per gli addetti familiari delle imprese artigiane giovanili, che nel decennio calano addirittura del 45,7% (in pratica ne è sparito quasi uno su due), con la flessione assai più marcata nel primo quinquennio rispetto al secondo.
E va rilevato come, invece, nell’ultimo quinquennio 2019-2024 ci siano buone notizie per gli addetti dipendenti delle aziende artigiane giovanili, che restano stabili a quota 1.124. Nell’intero decennio, invece, il calo degli addetti dipendenti è del 33,5%, con la flessione tutta concentrata nel primo quinquennio.

Ottima tenuta delle imprese artigiane femminili, sia come numero di aziende che di addetti

In questo quadro appare ottima la tenuta in Umbria delle imprese artigiani femminili, che tra il 2014 e il 2024 passano a rappresentare dal 17,9% al 19,6% delle aziende totali attive artigiane della regione. La flessione del numero delle imprese artigiane femminili umbre nel decennio è stata, infatti, del 5,3% (da 4mila 012 a 3mila 801), a fronte del -13,5% del totale delle imprese attive artigiane. Ottima performance degli addetti totali, che tengono molto bene, mettendo a segno +0,3%, tra il 2014 e il 2024.

Intanto la Camera di Commercio dell’Umbria informa dell’arrivo delle Indicazioni Geografiche Protette (IGP) per i prodotti artigianali e industriali. Domande a partire dal 16 settembre 2024 ed entro le ore 13 del 31 ottobre 2024 per presentare una richiesta di registrazione anche per i prodotti artigianali e industriali. Previsti, inoltre, contributi per le associazioni di produttori

Le IGP per i prodotti artigianali ed industriali, informa l’Ente camerale umbro, sono state disciplinate dal Regolamento (UE) 2023/2411, entrato in vigore il 16 novembre 2023, che ha introdotto in tutti gli Stati membri regole certe ed omogenee per proteggere ed elevare la qualità dei prodotti artigianali e industriali in tutta l’Unione europea.
I requisiti previsti per il riconoscimento dell’IGP di prodotti artigianali e industriali sono i seguenti:

  • devono essere originari di un luogo, di una regione o di un Paese specifico;
  • all’origine geografica deve essere essenzialmente attribuibile una determinata qualità, una reputazione o altra caratteristica peculiare;
  • almeno una delle fasi di produzione deve svolgersi in una zona geografica delimitata.

Il nuovo titolo di proprietà industriale sarà valido in tutta l'Unione europea, estenderà ai prodotti artigianali e industriali la stessa tutela prevista per le indicazioni geografiche protette nel settore agroalimentare e consentirà di promuovere a livello internazionale i territori e le produzioni locali e regionali.

Previsti anche contributi per le associazioni di produttori, per le spese di consulenza di carattere tecnico, sostenute per la predisposizione del disciplinare di produzione dei prodotti industriali e artigianali tipici. Domande a partire dal 16 settembre 2024 ed entro le ore 13 del 31 ottobre 2024.


Ultimo aggiornamento

26-08-2024 09:08

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