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Il Sistema Produttivo Culturale e Creativo (SPCC) dell’Umbria nel 2023 ha prodotto 1,12 miliardi di euro di valore aggiunto e 20mila 728 occupati
Le imprese sono 3mila 882
Per peso del SPCC sull’economia regionale è poco sotto la media nazionale,ritardo nella produttività del lavoro per addetto (-19,7% sulla media italiana)
Ma è in recupero: per aumento del valore aggiunto e degli occupati tra il 2022 e il 2023
Umbria nella fascia alta tra le regioni italiane
Settore cruciale anche per i laureati: in Umbria nel 2023 sono tali 9mila 911 addetti SPCC su un totale di 20mila 728 (il 47,7%)

Emerge dal rapporto “Io sono Cultura 2024” – e dall’ulteriore elaborazione che di vari di questi dati ha fatto la Camera di Commercio dell’Umbria - realizzato come ogni anno (è giunto alla 14esima edizione) da Fondazione Symbola, Unioncamere, Centro Studi Tagliacarne e Deloitte, con la collaborazione dell’Istituto per il Credito Sportivo e Culturale, Fondazione Fitzcarraldo, Fornasetti e con il patrocinio del Ministero della Cultura. Su base provinciale, Perugia conta 896 milioni di euro di valore aggiunto e 16mila 045 occupati, Terni 224 milioni di valore aggiunto e 4mila 682 occupati. Sul totale della spesa turistica, quella legata a consumi culturali rappresenta in Umbria la percentuale più alta in Italia dopo quella del Lazio. La Regione Umbria sperimenta dal 2022 bandi sul ‘welfare culturale per la crescita sociale’.

La dichiarazione

Il presidente della Camera di Commercio dell’Umbria, Giorgio Mencaroni: “Oggi le industrie culturali e creative sono tra i settori più strategici per facilitare la ripresa economica e sociale italiana. Non solo perché i numeri dell’ultimo decennio dimostrano che parliamo di una fonte significativa di posti di lavoro e ricchezza, ma anche perché sono un motore di innovazione per l’intera economia e agiscono come un attivatore della crescita di altri settori, dal turismo alla manifattura creative-driven, ossia quella manifattura che ha saputo incorporare professionisti e competenze culturali e creative nei processi produttivi spesso orientati alla sostenibilità, traducendo la bellezza in oggetti e portando il made in Italy nel mondo. Bellezza e cultura, quindi, sono parte del Dna italiano e umbro e sono alla base delle ricette made in Italy per la crescita del benessere economico e sociale. Il rapporto ‘Io sono cultura’ annualmente quantifica il peso della cultura e della creatività nell’economia nazionale e delle varie regioni. I numeri dimostrano che la cultura è uno dei motori della nostra economia; lo studio propone numeri e storie ed è realizzato grazie al contributo di molte personalità di punta nei diversi settori. Tutti temi su cui Unioncamere, che peraltro è tra i curatori di ‘Io sono cultura’, e la Camera di Commercio dell’Umbria, sono molto attivi a tutti i livelli”.

Il Sistema Produttivo Culturale e Creativo (SPCC) dell’Umbria nel 2023 ha prodotto 1,12 miliardi di euro di valore aggiunto e 20mila728 occupati. Su base provinciale, Perugia conta 896 milioni di euro di valore aggiunto e 16mila 045 occupati, Terni 224 milioni di valore aggiunto e 4mila 682 occupati. Il SPCC rappresenta il 4,8% del valore aggiunto dell’economia umbra (la media nazionale è del 5,6%) e il 5,5% dell’occupazione regionale (la media nazionale è il 5,9%).

Le imprese del SPCC nella regione ammontano – sempre nel 2023 – a 3mila 882.

Emerge dal rapporto “Io sono Cultura 2024” – e dall’elaborazione che di vari di questi dati ha fatto la Camera di Commercio dell’Umbria - realizzato come ogni anno (è giunto alla 14esima edizione) da Fondazione Symbola, Unioncamere, Centro Studi Tagliacarne e Deloitte, con la collaborazione dell’Istituto per il Credito Sportivo e Culturale, Fondazione Fitzcarraldo, Fornasetti e con il patrocinio del Ministero della Cultura. “Cultura e bellezza – affermano i curatori - in Italia sono tratti identitari radicati nella società e nell’economia. Da qui il titolo del rapporto ‘Io sono cultura’, e grazie alla loro forte relazione con la manifattura hanno dato vita ad una delle più forti identità produttive del mondo, il made in Italy”.

Il Sistema Produttivo Culturale e Creativo suddivide in Attività Core Cultura (Industria creative, industrie culturali, patrimonio storico-artistico, performing arts) e Creative driven, ossia attività che, pur non facendo parte della filiera Cultura, impiegano contenuti e competenze culturali e creative per accresce il valore dei propri prodotti (grafici o illustratori, designer, architetti, comunicatori, fotografi, sviluppatori videogame, registi, autori/scrittori, storyteller, attori/performers, musicisti, videomaker, artisti, organizzatori di eventi).

Per quanto riguarda le Attività Core Cultura, il valore aggiunto prodotto nel 2023 in Umbria è pari a 537 milioni di euro, che rappresentano il 2,3% del totale dell’economia umbra, mentre le attività Creative driven presentano un valore aggiunto di 582 milioni di euro, il 2,5% del totale dell’economia regionale. In altre parole, degli 1,12 miliardi di euro di valore aggiunto realizzati in Umbria dal Sistema Produttivo Culturale e Creativo, il 47,9% è riconducibile alle Attività Core e il 52,1% a quelle Creative driven.

Per quanto riguarda l’occupazione, sempre nel 2023 in Umbria le attività Core contano 10mila 967 addetti e quelle Creative driven 20mila 728. La situazione nella regione si inverte, quindi, rispetto a quanto visto per il valore aggiunto: nelle attività Core l’occupazione rappresenta il 52,9% di quella totale del Sistema Produttivo Culturale e Creativo e le attività Creative driven il 47,1%.

Di conseguenza, la produttività del lavoro per addetto (è data dalla divisione tra valore aggiunto e numero di occupati ed è importante perché è il principale indicatore del livello di benessere del settore ed è fattore determinante per il livello delle retribuzioni) nel 2023 in Umbria è più alta nelle attività Creative driven (59mila 625 euro per occupato) che in quelle Core (48mila 965 euro). In entrambi i casi, tuttavia, la produttività del lavoro in Umbria è inferiore a quella media nazionale del 24,9% nelle Attività Core e del 15% in quelle Creative driven. Complessivamente, per quanto riguarda l’intero Sistema Produttivo Culturale e Creativo, nel 2023 la produttività del lavoro nella regione è di 54mila 033 euro per addetto, contro i 67mila 316 euro della media nazionale. Il divario a sfavore dell’Umbria è, quindi, di 13mila 283 euro annui, il che significa -19,7%.

L’Umbria, tuttavia, è la sesta regione per crescita del valore aggiunto del SPCC tra il 2022 e il 2023 e la quarta regione per aumento dell’occupazione, a dimostrazione di come, benché sia ancora indietro in termini di valore aggiunto e, in parte minore di occupazione, nel Sistema Produttivo Culturale e Creativo, stia crescendo da qualche anno più della media nazionale, recuperando terreno.

Ed è da considerare l’importanza del SPCC per lo sbocco occupazionale dei laureati, che rappresentano il 47,7% degli addetti (51,9% nelle Attività Core e 40,8% in quella Creative driven), contro il 25,5% dell’intera economia. Si tratta, in valori assoluti, di 9mila 911 addetti laureati su un totale di 20mila 728.

Come va osservato che cresce il ruolo dei giovani, in tutti i settori culturali sia nella produzione che nella fruizione. Emerge tuttavia una certa precarietà, concentrata in specifici comparti con quote di lavoratori con contratto a termine rilevanti nelle performing arts e arti visive (30,8%), attività di valorizzazione del patrimonio storico e artistico (23,9%) e nel settore dell’architettura e design (20,2%)

Infine è da evidenziare come, sul totale della spesa turistica, quella legata a consumi culturali rappresenti in Umbria la percentuale più alta in Italia dopo quella del Lazio (in quest’ultima regione la spesa turistica legata ai consumi culturali supera l’80% della spesa turistica totale, segue appunto l’Umbria tra il 75% e l’80%).

I curatori del rapporto “Io sono Cultura” rilevano come “La Regione Umbria sperimenta dal 2022 bandi sul ‘welfare culturale per la crescita sociale’ per promuovere la cooperazione intersettoriale e multicanale dei musei e di altri luoghi della cultura, favorendo lo sviluppo di reti con enti del terzo settore e con il mondo della sanità, per il contrasto della marginalizzazione e dei disagi dei soggetti più vulnerabili. Nel 2022 sono stati investiti 160mila euro su dieci progetti, e nel 2023, con risorse del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale – FESR 2021-2027, 400mila euro per finanziare 12 progetti di ICC (Imprese Culturali Creative, ndr), sostenendo le sperimentazioni avviate”.

Qualche riferimento nazionale. Lombardia e Lazio regioni benchmark

L’intera filiera del Sistema Produttivo Culturale e Creativo, composta dalle componenti Core e Creative driven, ha registrato in Italia un aumento rilevante del valore aggiunto, che ha raggiunto i 104,3 miliardi di euro nel 2023, con un aumento del +5,5% rispetto al 2022 e del +12,7% rispetto al 2019. Il settore ha consolidato, pertanto, la propria crescita anche rispetto ai livelli pre pandemia, evidenziando un recupero che ormai si conferma solido e in espansione. Nel complesso, la rilevanza economica del SPCC a livello nazionale si mantiene costante, con un contributo alla creazione di ricchezza sul totale Italia pari al 5,6% (4,8% in Umbria).

In questo contesto, Lombardia e Lazio emergono come le regioni più specializzate nel settore culturale, assorbendo, insieme, circa il 43% della ricchezza prodotta a livello nazionale. La Lombardia, in particolare, si distingue per la capacità di combinare attività culturali tradizionali con una forte specializzazione nei servizi avanzati come architettura, design e comunicazione. Con 29,2 miliardi di euro di valore aggiunto culturale, il territorio lombardo genera il 28% della ricchezza dell’intera filiera culturale nazionale e il 6,9% della ricchezza regionale. In termini di occupazione, la regione impiega 366mila persone, quasi un quarto dell’occupazione nazionale del settore culturale e il 7,3% del totale dell’economia regionale.

Il Lazio, trainato dalla forte attrattività turistica e culturale di Roma, genera un valore aggiunto culturale di oltre 15 miliardi di euro, pari al 14,8% della filiera nazionale e al 7,6% della ricchezza regionale. Il settore impiega 205 mila persone circa, equivalenti al 13,2% del sistema nazionale e al 7,3% dell’occupazione regionale.
Il Veneto si colloca al terzo posto come ricchezza prodotta, con un valore aggiunto culturale di 9,4 miliardi di euro che rappresenta il 5,3% dell’economia regionale e un’occupazione di quasi 146 mila addetti, pari al 6,1% dell’economia regionale. Seguono Emilia Romagna (8,7 miliardi di euro, 130 mila addetti) e Piemonte (8,6 miliardi di euro, 125 mila addetti).
Quanto alla produttività per addetto nel Sistema Produttivo Culturale e Creativo, nel 2023 prima è la Lombardia con 79mila 506 euro, seguita dal Lazio con 75mila 162 euro, quindi Piemonte (68mila 965 euro) e Trentino Alto Adige (68mila 760 euro). L’Umbria segna 54mila 033 euro, il 32% della regione benchmark.


Ultimo aggiornamento

23-09-2024 09:09

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