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“Stanno arrivando segnali positivi sul turismo estivo in Umbria, dopo quelli che erano giunti dal turismo pasquale e da quello dei ponti del 25 aprile e del 2 giugno, con affluenze piuttosto importanti che, se il ponte del 2 giugno non fosse stato così ristretto, sarebbero state sicuramente ancora più significative”.
Così il Presidente della Camera di Commercio dell’Umbria, Giorgio Mencaroni, nel video “Il Punto del Presidente”, curato e prodotto dall’Ufficio Comunicazione e Stampa dell’Ente Camerale, sulle previsioni circa l’imminente stagione turistica estiva in Umbria, su cui siamo in fase di esordio.
Molto intelligente ed efficace la campagna promozionale della Regione. Possibile superare il record di 6,2 milioni di presenze, che resiste da troppi anni.
“Ciò – continua Mencaroni - vuol dire ridare ossigeno a tutta l’area, assai vasta, delle le attività del settore turismo. Sicuramente ha influito molto positivamente anche la campagna promozionale, davvero intelligente ed efficace, che è stata realizzata dalla Regione dell’Umbria. Segnali che portano a sperare che, continuando così, si possa superare la soglia delle 6,2 milioni di presenze annue, un record che in Umbria resiste da non pochi anni. Troppi”.
Lavorare a livello nazionale sui nodi da sciogliere: siamo il primo Paese per potenziale di attrazione, ma solo il quinto o sesto per presenze turistiche
“Tutte le rilevazioni fatte nel mondo – puntualizza il Presidente - evidenziano che, se si chiede dove si vorrebbe fare un proprio viaggio, l’Italia è sempre la prima destinazione desiderata in tutte le varie sfaccettature: turismo culturale, paesaggistico-ambientale, attrattività agroalimentare e così via. Però, nel concreto, come numero di presenze siamo solo al quinto o sesto posto come presenze turistiche. Credo, come ho detto recentemente in un incontro che ho avuto con il Presidente dell’Enit (Ente nazionale del turismo, ndr), Giorgio Palmucci, che su questo ci si debba lavorare attentamente sia a livello nazionale che nelle singole regioni”.
Il Covid-19 ha dimostrato quale è il peso reale del turismo sull’economia italiana, il 13-14% del Pil, molto più di quello che si diceva. Lavorando bene lo si può far crescere almeno al 17-18%.
Mencaroni rileva che il turismo avuto un colpo durissimo dal Covid, “ma mi piace fare una battuta: tra le tante, enormi negatività della pandemia c’è stato un elemento di positività: ha fatto capire qual è l’importanza del turismo per l’Italia. Finalmente si è cominciato ad ammettere che turismo alimenta il 13-14% del Pil nazionale. Prima, invece, si riteneva che fosse una sorta di ‘attività parassitaria’, che vive a traino di altri comparti e settori. Abbiamo visto invece che non c’è settore dell’economia italiana, dall’agricoltura al terziario avanzato, che non tragga importanti benefici dal turismo. Ritengo questa presa di coscienza un fatto estremamente importante”.
Avanzare con determinazione sulle infrastrutture, fattore strategico di accessibilità le cui strozzature oggi penalizzano le potenzialità turistiche di molte realtà dell’Italia e dell’Umbria
Per il Presidente della Camera di Commercio dell’Umbria “un altro tema sul quale lavorare sodo, e in Umbria ci stiamo lavorando in collaborazione con la Regione e in particolar modo con l’assessore Melasecche, è quello delle infrastrutture. Quando si afferma che per attrarre arrivi e presenze sono necessari l’attrattività di un territorio, la capacità ricettiva, la qualità della ricettività, la qualità professionale degli operatori del settore e così via, spesso non si cita la qualità delle infrastrutture relative alla mobilità. Infrastrutture assolutamente necessarie per raggiungere località che, senza di esse, sono penalizzate rispetto ad altre destinazioni. In Italia abbiamo località, per la verità poche, che sono in affollamento turistico, in ‘overtourism’, mentre molte altre sono penalizzate nella loro potenzialità turistica. Le carenze infrastrutturali non sono certo l’unico elemento di questa mancata espressione di potenzialità, ma certamente ne sono parte, in non pochi casi rilevante. Dobbiamo riequilibrare questa situazione, con politiche turistiche ad hoc ma anche con politiche infrastrutturali”.
Sempre sulle infrastrutture: bene l’impegno sull’Aeroporto San Francesco d’Assisi, siamo sulla strada giusta e la Camera di Commercio dell’Umbria fa la sua parte
In tema di infrastrutture, Mencaroni dà un giudizio molto positivo sulla scelta di rilanciare l’Aeroporto San Francesco d’Assisi: “Con la Regione stiamo facendo un buon lavoro. La Camera di Commercio dell’Umbria svolge la sua parte. Deteniamo una quota chiaramente minoritaria, la grande maggioranza ce l’ha la Regione, e sosteniamo il programma ambizioso 2022-2024. Ora ne carnet ci sono circa 15 destinazioni e l’appeal dell’aeroporto sta aumentando fortemente. Il ventaglio delle destinazioni è veramente migliorato, come quello delle Compagnie operanti nello scalo. Mi auguro che l’Aeroporto San Francesco d’Assisi venga percepito come uno scalo non solo regionale, che è il minimo, ma che sia un aeroporto che possa dare una mano alle Marche, all’Abruzzo, alla bassa Toscana e all’Alto Lazio. Su questo dobbiamo continuare ad impegnarci”.
Sulla carenza di personale: va considerato un problema sociale, da affrontare con la massima celerità da tutte le Istituzioni. Dare la massima dignità ai lavoratori del settore turismo, dove molte strutture sono aperte con orari lunghi e quelle ricettive per 24 ore al giorno tutti i giorni
La situazione durissima che il settore del turismo ha vissuto con la pandemia, sottolinea Mencaroni, “ha portato una parte non certo trascurabile di dipendenti e collaboratori a fare scelte importanti. Si sono diretti verso altri comparti e settori che gli permettessero di avere una qualità della vita diversa rispetto a quella del settore turismo, dove in molte strutture non esistono le festività, dove si fanno lavori serali perché ad esempio le strutture ricettive sono aperte 24 ore al giorno e dove la ristorazione, pur non essendo aperta 24h, è comunque impegnativa sia il mattino, sia durante il giorno che la sera. La questione va considerata un problema sociale, che deve essere affrontato con la massima celerità da parte di tutte le Istituzioni. Occorre dare la massima dignità e le massime possibilità possibili a chi lavora nel settore del turismo. Bisogna prevedere delle compensazioni, chiamiamole dei benefit, che permettano a chi fa lavori onerosi di affrontare le difficoltà con maggiore leggerezza”.