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È stato un momento di riflessione e dibattito concreto sui temi dello sviluppo economico sostenibile e della governance al femminile, in linea con i Goal 5 e Goal 8 degli Obiettivi dell’agenda 2030: parità di genere, lavoro dignitoso e crescita economica. I consiglieri comunali donne sono il 33,7%, ma i sindaci sono per l’85% uomini; nella sanità pubblica le donne sono 450mila su 650mila addetti, ma solo il 19,2% di loro riveste ruoli apicali; nelle Camere di Commercio la presenza delle donne, già limitata nei consigli camerali (25%), diventa esiziale a livello di Presidenze, dove sono appena quattro.

Più consigliere comunali donne (ad oggi sono il 33,7%), ma la carica di sindaco resta appannaggio degli uomini (l’85% dei primi cittadini è di sesso maschile); donne in maggioranza (450mila su 650 mila) nella sanità pubblica, ma quando si guarda ai ruoli apicali sono solo il 19,2%; e se nelle Camere di Commercio la presenza delle donne già è limitata nei consigli camerali (25%), diventa esiziale a livello di Presidenze, dove sono appena quattro. E si potrebbe continuare a lungo. E dire che le donne in Italia sono preparate, tanto che ogni 100 laureati uomini oggi ce ne sono 140 donne.

E allora, cosa fare per dare un’altra, forte spallata alle lastre di vetro, già incrinate (si pensi ad esempio alla legge Golfo-Mosca che, introducendo l’obbligo della quota di genere nei cda delle società quotate in Borsa, ha trascinato tutto il sistema, con la percentuale di presenza femminile nei cda delle società quotate che oggi è di gran lunga superiore al minimo fissato dalla legge) ma ben lungi dall’essere eliminate, che impediscono ancora alle donne di raggiungere un’effettiva uguaglianza delle opportunità con gli uomini a ogni livello, comprese le posizioni apicali?

Esperienze positive ce ne sono, ma occorre il concorso sempre più impegnato di una fitta rete di realtà sociali che, armata di dati, cifre, impegni precisi, obiettivi misurabili e metaforici martelli, rompa queste lastre di vetro, incalzando istituzioni, orientando le scelte di politica economica e sociale, imponendo l’applicazione delle norme già esistenti, contrastando luoghi comuni, incrostazioni culturali e così via, favorendo anche la cultura del gioco di squadra, su cui le donne appaiono ancora carenti.

Sono gli elementi, fatti di impegni concreti e linee chiare in termini di obiettivi misurabili, emersi dall’importante appuntamento, svolto presso il Centro servizi camerali Galeazzo Alessi in via Mazzini, a Perugia, dal titolo “Equità in azione: parità di genere e futuro sostenibile”, organizzato dal Consiglio Regionale Unipol dell’Umbria in collaborazione con la Camera di commercio dell’Umbria.

La giornata è stata strutturata come un momento di riflessione e dibattito sui temi dello sviluppo economico sostenibile e della governance al femminile, in linea con i Goal 5 e Goal 8 degli Obiettivi dell’agenda 2030: parità di genere, lavoro dignitoso e crescita economica.

L’iniziativa umbra, che avrà una prosecuzione con una serie di incontri, rientra nel più ampio palinsesto del Festival dello Sviluppo Sostenibile che si terrà fino al 23 maggio 2024 in tutta Italia, nel mondo e online, organizzato dall’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), associazione che riunisce oltre 320 organizzazioni del mondo economico e sociale e che si avvale della collaborazione di svariati partner pubblici e privati.

Diciassette giorni di eventi, tanti quanti gli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) previsti dall’Agenda 2030 dell’Onu. Il programma delle iniziative, incentrate sui temi dello sviluppo sostenibile, prende vita grazie all’impegno di associazioni, aziende, enti locali, scuole e università, impegnati sul territorio italiano per diffondere la cultura della sostenibilità.

A introdurre e coordinare i lavori Valeria Cardinali, Presidente CRU Umbria, che ha evidenziato come “l’obiettivo di questo incontro non è solo quello di presentare dati e cifre sulla presenza delle donne nelle posizioni apicali di Camere di Commercio, Sanità pubblica e Amministrazioni locali, e più in generale di trattare i vari temi collegati al gender gap nella governance, ma di tracciare degli impegni precisi e misurabili, prevedendo anche iniziative di confronto per monitorare l’evolversi delle varie situazioni”.

Il Prof. Luca Ferrucci, Ordinario al Dipartimento di Economia dell’Università di Perugia, ha presentato dati e valutazioni sul gender gap nelle posizioni apicali nelle Camere di Commercio, Sanità pubblica e Amministrazioni locali, alzando il velo su dati poco conosciuti e rilevando situazioni molto differenziate nel Paese a livello di regioni.

Micaela Fanelli, vice Presidente Autonomie locali italiane, ha messo l’accento sul fatto che serve una mobilitazione e una sinergia di forze sociali per dare concretezza alle norme per favorire la parità di genere, rilevando ad esempio come “l’obbligo delle preferenze di genere nelle elezioni politiche e amministrative non ha dato i risultati sperati”.

Federico Sisti, Segretario Generale della Camera di Commercio dell’Umbria, ha evidenziato tra le altre cose la questione del tempo, perché la carriera delle donne è ostacolata dal fatto di avere meno tempo a causa del lavoro di cura che svolgono in famiglia – su cui l’impegno degli uomini ad oggi è marginale - e quindi serve migliorare la rete del welfare. Sisti ha poi elencato le iniziative della Camera di Commercio dell’Umbria per favorire la partecipazione femminile e superare il gender gap nel mondo delle imprese, citando ad esempio la presenza attiva del Comitato per l’imprenditoria femminile, gli incentivi ad hoc destinati alle imprese femminili e l’impegno sulla certificazione di genere delle aziende, introdotta da circa un anno e dotata di incentivi. E ha sottolineato anche il ruolo del Comitato unico di garanzia della Camera, recentemente insignito di un premio.

Federica Pizzini, Responsabile Diversity, Equity and Inclusion di UnipolSai, ha illustrato l’esperienza di successo di UnipolSai sia sul fronte del gender gap (Rete parità di genere) e della diversità e inclusioni (rete Diversity e Inclusion) che, più in generale, del Welfare (rete Welfare), entrando nel dettaglio delle problematiche e delle soluzioni via via individuate e di come le scelte, calibrate su obiettivi precisi e misurabili, vengano monitorate e aggiornate. Pizzini ha poi centrato l’attenzione sui Consigli regionali Unipol, che permettono di implementare sui territori le politiche di Welfare, decisive per il superamento del gender, in collaborazione costante con le forze sociali in una logica di rete. Ha parlato inoltre del ruolo di UnipolSai nell’ambito dell’ASviS, di cui fa parte.

Rita Chiari, Direttore UOC Oncologia Ast PU-Pesaro e membro del Direttivo Women for Oncology, ha discusso del gender gap nell’ambito sanitario-oncologico, dove la presenza femminile è robusta ma, ancora una volta, minoritaria a livello dirigenziale, e dell’attività di mentorship e leadership al femminile di Women for Oncology per fare rete, sensibilizzare e far crescere il self confident delle donne, fattore la cui insufficienza ancora oggi non fa esplicare loro tutte le proprie potenzialità. Chiari ha poi evidenziato come, nell’ambito della sanità oncologica, la qualità e la forza della presenza femminile sia in continuo aumento.

Le conclusioni sono state tirate da Marcella Mallen, Presidente di ASviS, che ha messo in evidenza l’importanza del tempo, riprendendo quanto detto su questo tema da Federico Sisti, della necessità che gli obiettivi siano misurabili, sull’attività quantomai importante di mentorship e leadership femminile, affermando che nella politica nazionale sui temi mancano spesso precisi ancoraggi, fermandosi a obiettivi generici senza criteri di misurabilità dell’efficacia degli interventi. Ha poi sottolineato l’importanza di usare in modo efficace i fondi del Pnrr, che possono rappresentare una spinta molto rilevante su temi sociali, e in questo senso ASviS è impegnata in un confronto continuo con il Governo.

Ultimo aggiornamento

15-05-2024 12:05

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