Bene ha fatto il mondo dell’olio a puntare sul progetto dell’Oleoturismo, sulla falsariga dell’Enoturismo, ormai di grande successo. Un turismo in crescita quello gastronomico in genere e quello dell’olio in particolare, che vede nell’olio la principale motivazione del viaggio. È nato così il movimento Turismo dell’olio che vuole sensibilizzare sul legame olio/territorio, olio/cultura, olio/ristorazione. E come si può sensibilizzare un pubblico di turisti se non portandoli a scoprire questi valori direttamente sul posto? Ecco allora il valore della Strada dell’olio e.v.o. Dop Umbria, che fin dal 2004 raccoglie aziende e operatori per promuovere il territorio ad alta vocazione olivicola della Regione Umbria. Il Presidente, Paolo Morbidoni, ci racconta “Tante le nostre iniziative. Prima di tutto “Frantoi aperti” a dicembre, che proprio nel periodo della frangitura delle olive, mette al centro dei riflettori l’Umbria rurale, i borghi ad alta vocazione olivicola e i produttori, poi l’Anteprima dell’Olio extravergine di oliva Dop dell’Umbria, la presentazione della nuova annata, che quest’anno si è svolta nella splendida Sala Affrescata del Museo Pinacoteca del Comune di Todi.

Un evento come l’Anteprima Dop non celebra solo la qualità di un prodotto certificato, ma anche la qualità di un territorio, perché dal bello nasce il buono”. E, accanto a queste iniziative che si svolgono in date precise, la Strada dell’olio Dop Umbria propone itinerari che si possono vivere tutto l’anno, dalla primavera all’autunno. Sono le “Passeggiate & Buongusto. Tra borghi, ulivi e fattorie”, percorsi di varie lunghezze e tipologia, che valorizzano tante realtà, aziende, frantoi, agriturismi, monumenti, paesaggi umbri tutti legati al tema dell’olio.

Basta pensare ai nomi delle 5 sotto zone della DOP Olio Umbria per intravedere davanti a noi luoghi e paesaggi variegati. Sono le sotto zone “Colli Amerini”, dove i comuni più rappresentativi sono Amelia e Narni e la cultivar più caratteristica il Raio, “Colli Orvietani” intorno al comune di Orvieto con le cultivar Leccino e Frantoio, “Colli Martani” nella zona centrale dell’Umbria, intorno ai comuni di Giano dell’Umbria, Gualdo Cattaneo e Bevagna, con la cultivar caratteristica Dolce di San Felice, “Colli del Trasimeno” che abbracciano l’area del lago, l’alta Umbria e il comune di Perugia, con la cultivar autoctona Dolce Agogia e infine “Colli Assisi Spoleto”, la più estesa e più difficile da coltivare, ma anche una delle più suggestive da un punto di vista paesaggistico, con la cultivar del Moraiolo. Così, durante le passeggiate e i percorsi proposti dalla Strada dell’olio Dop Umbria, un turista riesce a cogliere in uno sguardo secoli di storia, leggende, personaggi, arte, sapori, tradizioni.

Esempio iconico è la “Fascia olivata Assisi – Spoleto”, un esempio di “paesaggio culturale vivente”, ovvero un’opera “combinata della natura e dell’uomo”. In questo paesaggio pedemontano di oltre 40 chilometri si sviluppa la coltivazione dell’ulivo su 9 mila ettari di terreno e con quasi 1milione e 500mila piante. Già inserita dal 2018 nei Sistemi del Patrimonio Agricolo di rilevanza mondiale della FAO, la Fascia Olivata Assisi- Spoleto è oggi candidata a Bene tutelato dall’Unesco. Gli oliveti che ricoprono i pendii, la disposizione delle piante, i muretti, le specie coltivate, il sistema produttivo e gli insediamenti tradizionali, sono tutti dovuti all’intervento millenario dell’uomo, in un costante rispetto dell’equilibrio di tradizione e innovazione. E poco lontano da Assisi un altro luogo iconico ci parla di arte, natura, spiritualità.

È il Bosco di San Francesco, unico bene FAI in Umbria: tra carpini, ginestre, aceri e querce si trovano i resti di un piccolo monastero di suore benedettine, una chiesa romanica, un mulino attivo fino ai primi del Novecento e ora DOP-Umbria-olio-5-sottozone sede di una trattoria, e la splendida installazione di land art del Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto. Sono 121 ulivi disposti in doppio filare a formare tre elementi circolari, di cui uno maggiore al centro, con un’asta lucente alta 12 metri che simboleggia l’unione tra cielo e terra. Il tutto in piena coerenza con il messaggio di serena coesistenza tra uomo e natura del mondo francescano. Ancora un esempio di luogo suggestivo legato all’oleoturismo umbro? È l’Abbazia di San Felice, collocata su una terrazza naturale alle pendici dei Monti Martani, a pochi chilometri da Giano dell’Umbria. Un complesso imponente, solitario e silenzioso, nato per ospitare le spoglie del santo sul luogo di una primitiva chiesa paleocristiana e di grande rilevanza in tutto il territorio per i suoi ricchi possedimenti rurali. Tanto che proprio all’Abbazia, sulla scia di antiche leggende, è dedicata la cultivar Dolce di San Felice, caratteristica della zona. Senza dimenticare anche le piccole città umbre toccate dalla olivicoltura. La stessa Todi, antichissima, di impronta fortemente medievale, su un colle che vede in fondo il corso del Tevere, merita assolutamente una visita: intorno alla Piazza del Popolo si sviluppa tutto il centro storico con l’imponente Palazzo dei Priori, il Palazzo del Capitano, il Duomo, e più defilata, la originalissima Casa Dipinta, capolavoro dell’artista irlandese Brian O’Doherty.

Le passeggiate intrecciano cultura, arte e agricoltura. Si raccontano storie, si scoprono leggende e personaggi, si ammirano meravigliose testimonianze di arte immerse in paesaggi rilassanti. L’olio così esce dall’ambito puramente tecnico del prodotto alimentare e viene raccontato come l’indicatore culturale di una storia millenaria che vive in tutto il Mediterraneo. Per incuriosire e appassionare i visitatori, già da tempo alcuni imprenditori illuminati hanno fatto dei loro frantoi luoghi di accoglienza. Sono frantoi che, pure vedendo una forte innovazione tecnologica, conservano quella sapienza storica, con il racconto di uomini, di fatica e di tradizione, che ne fanno un forte attrattore turistico. Qualche nome e qualche indirizzo? Difficile scegliere. Prestigiosa la cornice del Frantoio I Potti de Fratini, moderno e tecnologicamente avanzato, che associa la produzione di olio di alta qualità, all’accoglienza di livello e alla proposta di esperienze di oleoturismo. www.ipottideifratini.it

Proprio questo frantoio ha ospitato di recente, nell’ambito dell’Anteprima dell’Olio Dop dell’Umbria, una eccezionale “Cena Oleocentrica ad otto mani”. Autori quattro chef del circuito “Umbrian #Evoo Ambassador – Testimoni di Oli Unici”. la rete creata dalla Strada dell’olio Dop Umbria che seleziona i migliori ristoranti ed enoteche umbri in cui trovare prodotti di qualità, tra cui una ricca selezione di oli e.v.o. prodotti in Umbria. Al momento sono 32 i ristoranti e le enoteche, sparsi in tutta l’Umbria e selezionati tra i migliori presenti nei borghi e nelle città ad alta vocazione olivicola, dove avere la sicurezza di trovare una selezione di oli umbri di qualità, scelti tra le produzioni aziendali delle aziende associate alla Strada dell’Olio e.v.o Dop Umbria o partecipanti al Premio Regionale “Oro Verde dell’Umbria”. Perché anche questo è uno dei circoli virtuosi innescati dall’Oleoturismo, oltre al grande valore di remunerare chi rimane a lavorare e a impegnarsi sulla propria terra. Eccellente anche il Frantoio Suatoni di Amelia, custode dell’Oliveto storico secolare di Rajo, che ha ospitato di recente il Progetto Amerino Tipico, per valorizzare borghi, prodotti e produttori. www.ilfrantoio.com

Oppure l’Azienda Agricola Antonio Bachetoni, che sulle colline a nord di Spoleto si estende su una grande superficie di circa 1.200 ettari: qui la natura e il clima favoriscono da sempre la produzione di olio, tartufo e carni pregiate con metodo da agricoltura biologica. www.bachetoni.it


Le cantine, dunque, i frantoi diventano luoghi di accoglienza e ospitalità, che rendono l’olio un vero messaggero culturale, ottimo traino per il territorio e per il turismo. La Strada dell’olio Dop Umbria non è solo paesaggio, cultura, gusto, ma anche scienza e ricerca. Ne ricordiamo almeno due testimonianze. L’Istituto Agrario “Ciuffelli – Einaudi” di Todi, il più antico Istituto Agrario d’Italia fondato nel 1863 e 3A-Parco Tecnologico Agroalimentare dell’Umbria, (3APTA), che dal 1998 è autorizzato dal Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, al controllo e certificazione dell’Olio e.v.o. DOP Umbria, a garanzia del consumatore. E’ proprio vero allora, come osserva ancora il Presidente Morbidoni, che “l’Umbria dell’olio fa bene” nella duplice accezione del termine. “Fa bene” perché lavora con serietà e professionalità per perseguire una qualità altissima del prodotto e “fa bene” perché trasmette valori di sostenibilità, di qualità della vita e di autenticità che giovano al corpo e allo spirito di tutti coloro che entrano in sintonia con questo mondo.

www.stradaoliodopumbria.it

www.anteprimaoliodopumbria.it

www.amerinotipico.it

www.fasciaolivata.it


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