L'Umbria dei distretti culturali
di Francesca Ferrara (news48.it)
La narrazione costruttiva di un territorio partendo dalle iniziative dedite all’ambito imprenditoriale nell’agricoltura, nell’ artigianato e nelle attività produttive per un indotto culturale e circolare tra ospitalità, ristorazione, beni di consumo e cultura dell’arte.
Si dice “polmone verde” e “cuore verde” per le sue caratteristiche ambientali e naturalistiche e per la sua posizione geografica, ma altro non è che l’Umbria, una regione interna dello stivale italiano che all’assenza del mare sopperisce con le sue bellezze naturalistiche con boschi, fiumi e cascate e anche per una serie di misure atte alla valorizzazione del territorio e dei distretti economici e industriali la cui storia e cultura è veicolo per lo sviluppo di un turismo che ha come principale interesse le attività agricole, produttive e artigianali dalle quali partire per andare alla scoperta delle bellezze e delle peculiarità che la contraddistinguono.
Come si fa a scoprire un territorio?
La risposta è lineare: viaggiando e incontrando la sua cultura ma anche guardando un altro aspetto che è il suo motore economico: la capacità di occupazione che offre una regione producendo benessere sociale e rallentando fenomeni di emigrazione, specialmente dalle aree interne. Tracciare dei percorsi socio-culturali e costruire un progetto di rete territoriale è un collante tra tradizioni locali, attori economici e progettisti culturali e operatori dell’ospitalità.
I distretti socio-culturali
Un esempio è quello della rete ecomuseale. L’Umbria è tra le regioni che ha maggiormente investito sugli ecomusei: una vera e propria rete ecomuseale composta dall’ Ecomuseo di Campello sul Clitunno, Ecomuseo della Dorsale Appeninica Umbra, Ecomuseo del Paesaggio Orvietano, Ecomuseo del Tevere, Ecomuseo geologico minerario di Spoleto, Ecomuseo del Paesaggio degli Etruschi, Ecomuseo del paesaggio olivato e dell’olio di Trevi. Queste strutture ospitano, nella loro concezione alternativa al museo tradizionale, vari tipi di attività tra cui: i laboratori didattici con i centri di educazione ambientale (CEA), visite esperienziali, ricerca e documentazione anche sulla contaminazione contemporanea tra culture, iniziative ed eventi, percorsi turistici, promozione del territorio e attività in collaborazione con soggetti pubblici e privati per lo sviluppo locale.
I sette ecomusei costituiscono una mappa di continuità della comunità in quanto strutture trasmittenti della memoria dei territori, che durante la pandemia, hanno ospitato anche le lezioni en plein air con un approccio “out of the box” ovvero, un approccio non convenzionale, che si è rivelato salvifico durante il periodo del distanziamento sociale. Questa mappa di continuità di queste sette strutture costituiscono un punto di riferimento per la conservazione della cultura naturalistica agroalimentare del territorio e compongono quello che si può definire un “distretto culturale diffuso“.
Il distretto dei grandi eventi
Tre macro eventi come il Festival Internazionale del Giornalismo, l’Eurochocolate e l’Umbria Jazz ospitati dalla regione in periodi diversi, compongono un altro tipo di distretto culturale che impatta anche sulla filiera dei trasporti e dell’ospitalità e della ristorazione per il flusso di turisti italiani e stranieri che attrae a ridosso, durante e poco dopo la fine delle manifestazioni. Punto dolente è la logistica dei trasporti che anche se vanta di un vasto ventaglio di linee bus, non gode di ferrovie idonee ad ospitare l’alta velocità, non impedisce di accendere i riflettori in prossimità degli eventi rendendo Perugia e la sua provincia, protagoniste di risalto anche a livello internazionale.
L’Eurochocolate si è spostato dal centro storico di Perugia ai Giardini del Frontone, decongestionando le arterie principali del capoluogo mentre resta presente al centro storico, diffuso in più aree, il Festival Internazionale del Giornalismo, che ogni anno da diciasette edizioni, ospita professionisti dell’informazione e della comunicazione da tutto il mondo per una settimana.
L’Umbria Jazz invece fa tripletta con l’edizione principale a Luglio nella città di Perugia, quella invernale a Orvieto e la formula weekend a Terni. E solo l’Umbria Jazz costituisce una rete culturale con al centro la storia, la musica e i nomi dei suoi più grandi protagonisti.
La creazione di grandi eventi per il territorio attrae non solo gli amanti e i pubblici di riferimento del settore ma anche incrementa un flusso turistico non solo nazionale ma anche internazionale, traducendosi in momenti di benessere economico per la filiera della ristorazione, dell’ospitalità e dei trasporti.
Sono occasioni preziose per tutti i visitatori e i residenti di contatto e rinnovo del rapporto con la cultura locale, i suoi sapori e i suoi usi e costumi. Sono occasioni di lavoro e di svago che portano all’organizzazione di una vacanza/studio-lavoro e che si traducono in momenti di maggiore attenzione da parte di tutti gli operatori economici e culturali ad offrire i loro migliori servizi al visitatore, sia che si tratti di un turista straniero o nazionale.