LUCA SIGNORELLI (CORTONA, 1445)

Orvieto celebra il cinquecentesimo anniversario dalla morte dell’artista.

La città pone una lente di ingrandimento sulla sua Cappella di San Brizio nella Cattedrale di Santa Maria, nella storica cittadina umbra. Come ricorda Giorgio Vasari nelle Vite: "Luca Signorelli era un pittore eccellente, era considerato estremamente famoso nell'Italia del suo tempo e le sue opere erano di un valore tale che nessun altro pittore contemporaneo lo uguagliava". Infatti, tra le opere più famose della sua maturità si colloca il ciclo di affreschi nella meravigliosa Cappella del Duomo di Orvieto che comprendeva "tutte le storie della fine del mondo: bellissima, bizzarra e capricciosa invenzione", aggiunge Vasari.

Il caso volle che, nel 1499, Luca Signorelli fosse scelto per il completamento delle pitture in quella che allora veniva chiamava Cappella Nova. Erano trascorsi 52 anni dall'ultimo intervento decorativo, realizzato e successivamente abbandonato dal frate domenicano Beato Angelico a causa delle numerose commissioni da svolgere nella città di Firenze. Da allora, l'Opera del Duomo era alla continua ricerca di un degno sostituto, i cui requisiti comprendevano abilità, rapidità, presenza costante e, soprattutto, economicità. L'arrivo di Signorelli risollevò gli animi, visto che la decorazione incompleta era causa di vilipendium.

Secondo il contratto stipulato tra l’artista e l’Opera, Signorelli avrebbe dovuto concludere la volta a vela utilizzando i disegni del Beato Angelico in cambio di un alloggio con letto singolo e il costo dei ponteggi, della calce, della sabbia e dei costosi colori oro e azzurro, offrendo un compenso di 180 ducati (a fronte dei 200 richiesti dal pittore). Dopo aver dipinto le volte degli Apostoli e dei Simboli della Passione, l’artista chiese altri disegni per proseguire il suo lavoro, ma l’Opera del Duomo non ne disponeva. Secondo gli scritti, non risulta che Beato Angelico, il frate domenicano, si fosse consultato con esperti teologi per il lavoro; al contrario, per Signorelli, l'Opera del Duomo fece riferimento ai venerabili magistri, che avrebbero suggerito al pittore le soluzioni iconografiche più appropriate.


Il problema fu risolto grazie alla maestria dei teologi presenti in citta, i quali dovevano rispettare il tema del giudizio. Si giunse così alla stipula di un secondo contratto: Signorelli avrebbe istoriato l'intera cappella e la cappellina dei Corpi Santi. Questa volta gli fu richiesto di dipingere le figure a mano libera e di usare i colori migliori, mentre l’Opera gli avrebbe fornito oro e azzurro oltre a una camera da letto questa volta con due letti, uno per lui e uno per il figlio. Il compenso era di 575 ducati (25 in meno di quanto richiesto), integrati con la fornitura di grano e vino sotto forma di baratto. Tutto ciò è documentato nei contratti conservati in una vetrina nel Duomo esposta al pubblico. Così, tra il 1499 e il 1500, prese vita una delle più belle cappelle affrescate del Rinascimento italiano. Luca Signorelli ha illustrato il ciclo più importante dedicato alle Storie dell’Anticristo, al Finimondo, alla Resurrezione della Carne, all'Inferno, all'Antinferno, alla Chiamata degli Eletti e al Paradiso.

Come ci ricorda Giuseppe M. Della Fina, membro dell'Opera del Duomo: "La situazione sociale ed economica della città di Orvieto nella seconda metà del XV secolo era molto difficile. Pio II, nella sua visita del 1460, la descrive con le seguenti parole: Si ergevano splendide case e ampi palazzi. Le calamità naturali, gli incendi e le lotte civili hanno distrutto molti edifici, ma al centro della città spicca il tempio dedicato alla Vergine, che non ha nulla da invidiare a nessun'altra chiesa in Italia. I potenti della città decisero di decorare la cappella Nova rivolgendosi ai più grandi pittori dell'epoca: Beato Angelico, che iniziò la sua opera nel 1447, Perugino, che non portò a termine il suo incarico nel 1489, e infine Luca Signorelli nel 1499, che lasciò un segno indelebile con le sue abili pennellate e i suoi sapienti colori. Questa scelta della classe dirigente locale si rivelò appropriata per Orvieto, che nel Cinquecento si sarebbe risollevata a partire dal Duomo (1290-1591), unico al mondo grazie a Lorenzo Maitani (Siena, 1275 - Orvieto 1330), scultore e architetto, e Luca Signorelli, pittore".


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