ARTIGIANATO. La ceramica ha un’importante tradizione in Umbria.

Se dici Deruta, dici ceramica. E proprio qui si è formata, respirando la tradizione locale, Annalisa Mordenti , presidente del Comitato degli artigiani ceramisti di Deruta, con due botteghe nel centro storico del paese: “Deruta plances”, una dedicata principalmente alla ceramica tradizionale, l’altra anche a quella rivisitata in chiave ‘contemporanea’.

Il suo è un percorso tutto particolare, lo definisce: “deviato”. I suoi genitori aprono una prima attività nel 1980: “Da sempre sono stata appassionata, sono cresciuta in questo ambiente e ho sempre aiutato i miei. Ho sempre avuto la passione per il disegno: inizialmente avevo intenzione di frequentare l’Istituto d’arte, ma alla fine scelsi lo scientifico. Poi Architettura o Design, ma a Perugia non era attivato un corso di laurea del genere. Quindi optai per Giurisprudenza”.

A ‘deviarla’ nella scelta fu un incontro con un turista: “Frequentavo ancora l’università. Un giorno ero in negozio, quando lui notò un mio pezzo esposto, e fu talmente entusiasta da chiedermi la firma, per me fu motivo di orgoglio. Capii che la mia strada non poteva non essere quella di artigiana ceramista”.

Prima si laurea, poi inizia nel 1998 la nuova avventura, e i genitori acquistano una nuova bottega per lasciare piena autonomia alla figlia e a suo marito: “Mi hanno dato molta fiducia”.

Il turismo dopo la pandemia è in ripresa: “L’estate abbiamo avuto un turismo diverso dal solito, più di prossimità, ma appassionato e ricercato”. Tra aprile-maggio sono tornati gli stranieri, soprattutto olandesi, poi danesi, francesi e americani: “Questi ultimi hanno una vera e propria passione per la ceramica”.

Annalisa collabora anche con un rivenditore di Ravello, nella costiera amalfitana. Il suo lavoro parte dalla ricerca delle forme da acquistare, piatti, vasi, lampade. “Dopo procediamo con la prima cottura dell’argilla a 1000 °C, poi mio marito (Andrea Boccali) si occupa della fase della smaltatura. La terza fase, invece, quella della pittura, è di mia competenza e di mia madre (Novella Nicolini). Quarta e ultima fase, infine, seconda cottura a 920 °C circa”.

Da una parte la tradizione della ceramica locale: “Si parte dai disegni, poi la scelta delle tonalità naturali rende l’oggetto più moderno e particolare”. Arte che però è anche routine, “perché solitamente gli articoli più richiesti sono sempre i soliti oggetti, poi le decorazioni richiedono tempo. Ma la chiave di tutto, che ti spinge ad andare avanti, è la passione”.

Maria Antonietta Taticchi, perugina, inizia come apprendista nel 1975 nel laboratorio di Guido Montanari a Deruta. Nel 1986 dà vita al suo primo laboratorio artigiano di lavorazione e decorazione della ceramica nel centro storico del capoluogo umbro, “Il pozzo delle ceramiche”, dal 2015 rinominato “Materia ceramica”.

L’abilità acquisita viene messa al servizio di una pittura originale su ceramica, “rispetto alle tematiche della lunga tradizione artistica umbra. Al centro degli oggetti dipinti a mano ci sono territori e paesaggi umbri, la campagna, il lago Trasimeno e le sue colline, le città medievali, e soprattutto Perugia, frutto di un attento studio prospettico e di un’abilità manuale nell’uso del pennello”.

Anche Maria Antonietta punta a rinnovare la sua linea di ceramiche: “Le forme degli oggetti diventano frutto di una ricercata sperimentazione, che si attua in maniera dinamica, dando vita a creazioni originali. Con la collezione ‘Astratto’ si applica un’idea di pittura meno convenzionale, eseguita a pennello e tramite spugne e altri strumenti”.

Oltre a oggetti d’uso e decorativi, vengono realizzati anche gioielli (collane, bracciali, a opera della figlia Caterina Aquinardi) e accessori ideati e creati interamente nella bottega. Anche papillon in ceramica, dipinti a mano e personalizzabili, oggetti di design, come la lampada da tavolo, realizzata a partire da un prototipo stampato in 3D.

La sua arte dal 2016 è arrivata fino al Sol levante, grazie al potere del Web: “Si sono imbattuti nel sito ed è iniziata questa importante collaborazione. Una delegazione è venuta qui, ha acquistato qualche articolo per poterlo rivendere in Giappone”. E ‘testare’ così quel mercato, che infatti ha apprezzato. Taticchi infatti è stata invitata a recarsi nel Paese cinque volte, l’ultima un mese fa a Tokyo. Lì le sue ceramiche vengono esposte per essere vendute, mentre lei decora.



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