• Durata: 00:03:12
  • Data di trasmissione: 14/12/2023
  • Canale: You-Tube: Quattro Colonne

  • Sinossi: Sul lago Trasimeno le donne dell'associazione P. Es. Co. custodiscono e mantengono viva l’arte del merletto, con lo scopo di far appassionare anche i più giovani. L'Umbria conserva così la tradizione del merletto irlandese, diffusasi nei primi anni del '900 sull'Isola Maggiore, grazie alla marchesa Elena Guglielmi. La nobildonna, figlia del proprietario della rocca dell’isola, fondò una scuola per le isolane, dove l’insegnante torinese Elvira Tosetti, fatta arrivare appositamente sul lago, insegnò la lavorazione del merletto a punto Irlanda. Si trattava di un metodo nato circa un secolo prima nei monasteri irlandesi - a sua volta ispirato alla lavorazione veneziana - che prevedeva l’impiego di un uncinetto, di un filo leggerissimo e, spesso, di motivi floreali. Le isolane impararono velocemente: erano mogli e figlie di pescatori, già abituate a intrecciare le reti. In questo caso però, per la prima volta furono pagate per il loro lavoro e riuscirono a costruirsi con fatica una professionalità e anche una certa indipendenza economica. Oggi Via Guglielmi - la strada principale dell’Isola Maggiore dove in passato, nelle giornate estive, le merlettaie lavoravano sull’uscio delle loro case - è piena delle voci dei turisti, ma vuota del lavorio di quelle mani sapienti. C’è un museo del merletto, ma nessuna merlettaia. Il filo sottile che lega l’isola a un passato di artigianato al femminile però, non si è mai spezzato. L’associazione di Tuoro fa attualmente parte, insieme ad altre 25, della Rete del merletto italiano, che dal 2014 ha iniziato il percorso per la candidatura del merletto a Patrimonio immateriale dell’Unesco. La matassa delle tradizioni regionali si compone così anche di questi fili: seguendoli si conserva ciò che è stato. Almeno per un po’.



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