Mani che tessono meraviglie
di Sara Stangoni
Quattro generazioni di donne hanno tramandato in Umbria un mestiere antico e prezioso come la tessitura a mano. Nella chiesa di San Francesco delle Donne a Perugia si realizza ogni giorno un miracolo. L’atelier Giuditta Brozzetti produce manualmente, su telai lignei del Settecento e Ottocento, tessuti artistici per l’arredamento della casa. Accanto alle riproduzioni di autentici disegni medievali e rinascimentali della tradizione umbra e italiana, anche soluzioni in chiave moderna con nuovi colori e combinazioni. Marta Cucchia, decoratrice d’interni, è l’ultima erede e ne va orgogliosa.
Muove le dita come se suonasse al pianoforte, seduta al telaio originale del 1750 da cui tutto è partito. Con i pedali comanda l’ordito mentre i fili incrociati, lanciati dalla spola, diventeranno una splendida tovaglia. Per completarla a volte ci vuole un mese. Fare l’artigiano è passione e dedizione assoluta, questo Marta Cucchia lo sa bene e ne va fiera. Quattro generazioni di donne, di madre in figlia, un mestiere antico e prezioso come quello dell’atelier Giuditta Brozzetti nella chiesa di San Francesco delle Donne (neanche a dirlo!) a Perugia. Sette telai jacquard manuali e tre telai a pedali del ‘700 e ‘800. Non tutti sono operativi, i tempi cambiano ma non l’amore. Marta ha un sorriso ottimista e questo ci piace. Diventa contagioso in pochi minuti. Ultima erede dell’Atelier, è una tessitrice-imprenditrice che continua a sognare e progettare con i piedi saldi nella storia di famiglia. «C’è una numerologia particolare nel 2021: 100 anni del nostro laboratorio, 25 anni in questa chiesa e i miei 50 anni!». Se chiudiamo gli occhi immaginiamo il rumore dei legni che ordiscono infinita bellezza e le voci delle tessitrici.
Per svelare questa trama nascosta bisogna partire dal primo filo che Giuditta, nobildonna perugina, prese in mano nel 1921. «La mia bisnonna fu direttrice delle scuole elementari di Perugia quando gli uomini partirono in guerra. Girando per lavoro con il calesse, si rese conto che dalle case coloniche proveniva lo stesso rumore battente: tonf, tonf… come questo che senti sul mio telaio. Scoprì che le donne custodivano la tecnica medievale di produzione di tessuti per la vita domestica. E s’innamorò di quest’arte».
Il laboratorio Brozzetti contribuì all’emancipazione e all’indipendenza economica femminile nel primo ‘900 e divenne un modello. Ogni donna ha dato la sua impronta: nonna Eleonora trasferì il laboratorio dalla soffitta di via Baglioni a Villa Baldelli e allargò la produzione con una linea d’abbigliamento approdata sulle passerelle milanesi. Mamma Clara, appassionata di storia e iconografia, si dedicò alla riproduzione delle tovaglie perugine, presenti nei dipinti di pittori medievali e rinascimentali, da Giotto a Pinturicchio fino all’Ultima Cena di Leonardo Da Vinci. Fondo bianco, fasce blu con grifi rampanti, pavoni, draghi, tralci di vite o altre piante. Nate come arredo liturgico, divennero status symbol delle classi aristocratiche. Con questa evoluzione si aprì per il laboratorio Brozzetti anche il canale turistico soprattutto americano con tour, meeting e corsi di tessitura.
E poi arriva Marta che a 24 anni, per non far chiudere il laboratorio, mette le mani su un telaio e impara subito un’arte rubata con gli occhi fin da piccola. Decoratrice d’interni all’Istituto Europeo di Design a Milano, oggi ha creato una linea contemporanea con abbinamenti stilistici e cromatici assieme a disegni della tradizione. Dal 1995 l’Atelier Brozzetti è in questa splendida chiesa duecentesca ed è stato inserito nel 2004 nel Sistema Museale Umbro.
È un lavoro faticoso la tessitura, anche fisicamente. Con Marta ci sono Josè e Aurélie, mani pazienti e abilissime. «Ogni progetto si evolve durante la realizzazione e dà vita a sperimentazioni. E poi adoro accogliere i visitatori che arrivano da ogni parte d’Italia e del mondo, circa 7000 all’anno. Chi sceglie una nostra tovaglia o un cuscino riceve la narrazione del patrimonio artistico e manuale del territorio umbro». Non è un caso che l’Atelier sia stato scelto per il progetto ‘Fendi Hand in Hand’ con cui l’iconica borsa Baguette è reinterpretata da artigiani d’eccellenza italiani. Quella di Marta è in cotone con motivo blu reale brillante, colore riservato in passato all’aristocrazia. Solo 12 esemplari, ahimè, esclusivi più di un diamante, ma straordinari.
Prima di salutarci, entra mamma Clara, 84 anni, con la semplicità elegante di chi ha respirato questa bellezza tutta la vita. Nel suo sguardo si racchiude una bellissima storia di donne capaci di sfidare il tempo.