In Umbria l'arca della speranza
di Stefano Cazora e Annalisa Maiorano
A Formichella, vicino a Orvieto, nel cuore della regione verde d’Italia, esiste il più grande rifugio statale per animali selvatici gestito dai Carabinieri forestali. Cura e custodia per tante specie in difficoltà
Impegno, amore e cure costanti aiutano gli animali che arrivano al Centro Recupero di Formichella, vicino a Orvieto, a superare le difficoltà di una vita che per vari motivi è diventata particolarmente difficile. Qui viene data loro una nuova possibilità. In questa struttura trovano casa e affetto lupi, volpi, procioni, falchi e aquile: animali legati ai racconti, alle favole e ai miti della nostra infanzia. Come per magia, uomini e donne altamente specializzati, restituiscono ai protagonisti della natura la forza e la vitalità che qualche “bracconiere” ha cercato di togliere. Il Centro di Recupero Animali Selvatici ed Esotici (CRASE) è il più grande tra i dieci Centri gestiti dal Raggruppamento Carabinieri Biodiversità sul territorio italiano. Si tratta di una vera eccellenza in tema di salvaguardia della fauna selvatica e oggi ospita stabilmente circa 400 animali.
In questo piccolo gioiello naturale di 125 ettari che si trova nel cuore dell'Umbria, sul Monte Peglia a oltre 800 metri di quota in provincia di Terni, si arriva dopo un'ora di curve tra boschi di leccio, pino nero e cerro. Nel centro gli operatori dell’Arma si prodigano per salvare esemplari di fauna selvatica rinvenuti feriti o in difficoltà dai cittadini o dalle Forze dell’ordine; curano le ferite, li riabilitano in salute per poi riconsegnarli, se possibile, alla natura dei boschi e delle campagne umbre. Ma ci sono anche animali sequestrati o confiscati a seguito di procedimenti giudiziari perché detenuti illegalmente o maltrattati da soggetti non proprio raccomandabili. Dal 2021 la struttura ha ufficialmente assunto la denominazione di Centro Territoriale di Accoglienza Animali Confiscati (CTAAC) per il Ministero della Transizione ecologica.
“Formichella è come una grande Arca della speranza - spiega il Ten. Col. Marco Fratoni, Comandante del Reparto Carabinieri Biodiversità di Assisi che gestisce questo particolare rifugio - un modo concreto per cercare di riconsegnare alla natura quello di cui l’uomo l’ha depauperata e defraudata e di recuperare la serenità del rapporto tra mondo umano e universo animale”.
Grazie alla collaborazione con il Raggruppamento Carabinieri CITES, impegnato nell’applicazione della Convenzione internazionale di Washington, molti animali autoctoni ed esotici in via d’estinzione, vengono consegnati ai Centri di recupero dell’Arma, a seguito di attività di indagine e di provvedimenti giudiziari. Anche l’attività CITES contribuisce a scongiurare la perdita di biodiversità attuando uno dei princìpi sanciti dalla Convenzione sulla biodiversità, quello della “conservazione ex situ” di specie rare. Del resto, ogni CRASE possiede differenti caratteristiche, strutturali e funzionali, in relazione al tipo di ambiente nel quale è ubicato nonché alle specie di animali ospitate.
Arrivati sul Monte Peglia, non fatevi ingannare dal cancello chiuso: basta suonare il campanello e gli operatori del Centro saranno felici di illustrarvi le attività e le meraviglie del parco. L’intera area è attrezzata per provvedere alla gestione temporanea, e in qualche caso anche definitiva, della fauna ospitata. Infatti, dei 400 animali che vivono qui alcuni sono in attesa di libertà, mentre altri sono stanziali, perché feriti in modo irrecuperabile o perché hanno perso la capacità di reintegrarsi nella vita selvatica. Tanti i rapaci: aquile reali e minori, poiane, allocchi, barbagianni e falchi pellegrini. E ancora: tartarughe di acqua e di terra, procioni, mufloni, istrici, caprioli, daini, cigni e pappagalli. I visitatori fortunati potrebbero trovarvi anche i lupi. Qui gli animali vivono protetti, curati e riabilitati. Ove possibile, reintegrati nel loro habitat naturale. Gli esemplari che permangono al Centro stabilmente vengono coinvolti nelle attività di educazione ambientale, mirate alla sensibilizzazione sulle tematiche della Natura, che fanno della struttura meta privilegiata di scolaresche e appassionati.
Il Centro di Formichella è visitato ogni anno da migliaia di studenti e famiglie e, in questo modo, contribuisce alla conoscenza dell’etologia degli animali e alla sensibilizzazione dei cittadini sul rischio di perdita di biodiversità a causa delle specie aliene invasive che, incautamente introdotte dall’uomo, espongono a gravissimi pericoli gli habitat naturali e le specie autoctone.
“Del resto, - conclude il Comandante - noi Carabinieri della Biodiversità del Reparto di Assisi sentiamo una grande responsabilità nell’operare quotidianamente in favore dell’ambiente. Abbiamo il compito di dare seguito al messaggio di San Francesco: rispetto per gli animali e valorizzazione della Natura rappresentano l’insegnamento che ha donato all’Umanità con il Cantico delle Creature”.