Lungarotti, cinquantasette anni “di-vini”: un’analisi
di Valerio Sforna
Tra export e cambiamenti climatici gli scenari futuri del vino in Umbria e in Italia
Prima c'era la terra: argillosa, sabbiosa. Poi venne il pilone in cemento, simbolo di sicurezza, forza. Su di esso il filare si sviluppa in orizzontale. Su questa struttura la pianta sale, si inerpica e produce il frutto. L'uva.
Seguendo questo metodo, nel 1962, un agronomo ‘visionario’ di buona famiglia, dopo varie sperimentazioni imprenditoriali , decise che era giunta l'ora di un passaggio epocale: dalla mezzadria alla produzione rivolta al commercio.
L'imprenditore si chiamava Giorgio Lungarotti e l'omonima azienda, che nacque dalle sue intuizioni, è diventata una delle realtà enoiche più importanti dell'Umbria e dell’Italia.
Ci troviamo a Torgiano, un piccolo comune immerso nelle dolci colline della Media valle del Tevere, in provincia di Perugia. Grazie alle capacità di Giorgio l'azienda ha saputo affermarsi e diventare grande.
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