Il giardino di Francesca
di Jesper Storgaard Jensen
Un tempo teatro di battaglie e conflitti, oggi la cittadina di San Giustino, al confine tra l’Umbria e la Toscana, è un luogo pacifico. La sola attrazione del paese è il Castello Bufalini con il giardino circostante, ed una volta visitato l’antico castello rinascimentale avrete senz’altro…
Qualcosa di straordinario da raccontare
Se non lo conoscete ancora, sarà quasi impossibile accorgersene. Oggi infatti, la cittadina di San Giustino, situata nella parte settentrionale dell’Umbria, abbastanza vicino al confine con la Toscana, è un luogo placido nel quale i suoi 11.000 abitanti conducono una vita tranquilla. Qui, non ci sarebbe nulla di straordinario, se non fosse per il Castello Bufalini e il giardino che lo circonda. In autunno vi accoglie con le sue foglie gialle e rosse, un cielo azzurro ed un’aria alquanto fresca, lasciandosi finalmente alle spalle il caldo soffocante dell’estate. L’atmosfera sembra trasmettere un senso di gioia e di tranquillità.
Così è come lo troviamo oggi, ma se portassimo indietro le lancette di circa mille anni, questa terra di confine sarebbe un luogo ben diverso. L’attuale confine tra la Toscana e l’Umbria, infatti, rappresentava un’area altamente strategica, che separava la Repubblica di Firenze dallo Stato Pontificio. Storicamente, questo è stato un luogo nel quale sono avvenuti molti conflitti e battaglie, e la cittadina di San Giustino si trovava proprio nel bel mezzo di questa zona di scontri.
Si rese dunque necessaria la costruzione di una piccola fortezza che difendesse la vicina Città di Castello. Tuttavia, per la mancanza di fondi, la sua edificazione non fu mai completata. Inoltre, le forze nemiche, continuavano ad attaccarla e tra il 1487 e il 1492 fu data alle fiamme e semidistrutta diverse volte.
New life
Ciononostante, questo non è stato l’inizio della fine, bensì l’inizio di una nuova vita. Alla fine del XV secolo la Città di Castello decise di cedere la fortezza a Niccolò di Manno Bufalini, celebre e benestante avvocato originario della Città di Castello, il quale accettò ad una sola condizione: completare la costruzione della fortezza.
Bufalini assunse questo incarico con molta serietà e, a poco a poco l’umile e martoriata fortezza si trasformò in un notevole castello difensivo che con orgoglio fu chiamato Castello Bufalini. Esso assunse una pianta quadrata con quattro torri angolari, parapetti e circondato da un profondo fossato a forma di stella.
Il suo scopo era tutto basato sulla difesa, al tempo infatti, non vi era alcuna energia da poter spendere in romantici progetti per il giardino. Ma con il passare del tempo, fortunatamente, le cose sono destinate a cambiare.
Nel 1530 subentrò alla reggenza del castello Giulio I, fratello di Niccolò di Manno Bufalini. Egli desiderava fortemente un erede maschio e riuscì ad assicurare una discendenza alla sua famiglia soltanto con il suo terzo matrimonio con la poetessa Francesca Turina.
Se Francesca dimostrò di essere feconda nella generazione di un erede maschio, lo fu anche “dal punto di vista del giardino”. Lei e il marito Giulio vissero nel castello, che venne lentamente trasformato in una villa di famiglia nel periodo tra il 1560 e il 1583. Uno dei suoi primi pensieri fu quello di dare sviluppo e riordinare il giardino che aveva visto la prima volta da novella sposa. Lei se ne era innamorata fin da subito e scrisse una breve poesia nel suo diario:
O nobile giardino, ove è sempre primavera
La tua vegetazione, i tuoi frutti e fiori abbondano
Ombre rinfrescanti ed acque fluttuanti estinguono la tua sete
E sentieri di rara bellezza
Proprio accanto al mirabile castello
Un viaggio di ostacoli
L’attrazione femminile verso la bellezza naturale è la parola chiave con la quale il giardino del castello darà inizio al suo sviluppo. Non in una sola volta, ma molto lentamente. In origine il giardino aveva scopi principalmente agricoli: la coltivazione di olive, varie colture e pascolo per pecore. Ma ben presto questi elementi dovettero lasciare spazio ad una percezione del concetto di giardino più estetica: in questo caso la realizzazione di un giardino all’italiana. Fu costruito un canale sotterraneo per il trasporto dell’acqua dal vicino fiume Vertola, per alimentare le nuove fontane del giardino e irrigare le varie piante da frutto, fiori rari, piante medicinali e persino un labirinto che venne piantato nel 1692, e che oggi rappresenta uno dei più antichi nel suo genere in Europa.
Dall’alto del castello potrete contemplare sia una piccola parte di San Giustino, sia il labirinto e forse, anche meditare sui profondi significati che esso ha custodito nel tempo. Scrittori come l’argentino Jorge Luis Borges e l’italiano Umberto Eco furono profondamente affascinati dal labirinto e nel 1941 già Salvador Dalì creò un’opera surreale dal titolo Il Labirinto. Non sorprende che, nel corso del tempo, esso sia stato simbolo di complessità, di insolubilità e insormontabilità. Esso rappresenta un’angoscia, un processo ed anche un viaggio simbolico della vita colmo di ostacoli. Qui, nel giardino Bufalini, intraprenderete il vostro personale viaggio, seppur breve, colmo di ostacoli.
Ad un certo punto della storia del giardino, probabilmente nel XVIII secolo, fu creato un cosiddetto giardino segreto. Esso era formato da quattro aiuole raffiguranti la testa di un bisonte e lo stemma della famiglia Bufalini. Purtroppo, oggi, questa parte del giardino permane soltanto negli archivi del castello; ma ciò che ancora esiste è l’incredibile testa di bisonte, ritagliata in diverse siepi del giardino.
Bellezza nel dettaglio
Non si sa esattamente quante generazioni di Bufalini si siano succedute negli scorsi quattro secoli. Ciò che è certo è che il castello fu acquistato dallo Stato italiano nel 1989 e afferito al Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo - Polo museale dell'Umbria nel 2008.
Oggi, quando si visita il castello, si scopre anche la bellezza nel dettaglio. Le foglie che cadono, i tipici giochi di colori tra il rosso e il giallo, le mele pronte per essere raccolte da terra (e forse anche assaggiate), i panorami poetici che si possono ammirare dalle isolette del giardino, una rapida occhiata al labirinto nel tentativo di scoprire se vi si celino intriganti segreti.
Non stiamo parlando di un vasto giardino, né di qualcosa di incantevole; le autorità della Regione Umbria hanno intrapreso un progetto di lavori che, negli anni a venire, riporteranno il giardino al suo antico splendore. Ma… mentre si passeggia nel giardino Bufalini, è difficile non percepire come la storia aleggi tra le sue isolette, tra i corridoi del labirinto, intorno al verde della sua vegetazione e nell’aria che vi si respira.
Se riuscirete a catturare queste sensazioni di storia e questa atmosfera autunnale particolarmente speciale, e quindi a metter giù qualche parola su di una cartolina, allora…avrete davvero qualcosa di straordinario da raccontare.
Informazioni:
Castello di San Giustino, Largo Crociani 3, San Giustino
Orari di apertura: sabato e domenica dalle 10 alle 13 e dalle 15.30 alle 18.30.