Umbria. Le bellezze nascoste dell’Italia
di Philippe Bourget
TESTATA: Letelegramme.fr
DATA DI PUBBLICAZIONE: 13/4/2014
Perugia, un’antica città posta su un colle e con un’architettura dai colori pastello patinati dal tempo.
La regione non possiede la stessa fama d’eccellenza delle sue celebri vicine, la Toscana e Roma, ma a dispetto di un relativo isolamento brilla per il suo raro patrimonio medievale e rinascimentale e per la straordinaria gastronomia. Il tutto sullo sfondo di paesaggi sereni e verdeggianti. Chi conosce veramente l’Umbria? Molti di noi hanno solo una vaga idea di cosa sia questa regione incastonata fra la Toscana, il Lazio e le Marche, la sola dell’Italia centrale a non avere sbocchi sul mare. È vero che la provincia non ha mai dispiegato grandi mezzi per promuovere le sue attrattive in Francia, com’è vero che per i turisti l’Italia è anzitutto la Toscana, Roma, Venezia, la Sicilia, la Riviera ligure... Una volta sul posto, dopo due ore e mezzo di strada dall’aeroporto di Roma fino a Perugia, tutte le riserve mentali svaniscono. Primo: l’armonia dei paesaggi. A chi conosce il Belpaese soltanto nella sua versione rosolata dal sole estivo, l’Umbria contrappone il profilo delle sue colline agricole verdeggianti, interrotte da poderi isolati sorti sulla sommità di piccole alture. Grazie al lago Trasimeno, la regione possiede il più grande specchio d’acqua dell’Italia appenninica. Inoltre è solcata dal Tevere che, nel tratto a valle di Todi, scorre tra gole interessanti.
Perugia, scalinate e voltoni
Ma è soprattutto il patrimonio artistico a far girare la testa. Se la Toscana è la culla del Rinascimento italiano, l’Umbria è il nascondiglio ben custodito del Medioevo, toccato dagli influssi del ‘400. Al centro della regione abbiamo Perugia, città con 170.000 abitanti (molti dei quali studenti), dal rilievo tormentato e dall’architettura spettacolare. Da una parte all’altra di Corso Vannucci, l’arteria più animata del centro storico, gli edifici rivaleggiano per grazia soffusa di austerità. Il suo gioiello, il Palazzo dei Priori con il magnifico portale scolpito, ospita la Galleria nazionale dell’Umbria, un museo dedicato agli appassionati di pittura sacra dove si trovano le opere del Perugino, celebre pittore locale del Rinascimento. A un capo di Corso Vannucci, la Cattedrale di San Lorenzo è preceduta da una sontuosa fontana del XIII secolo, considerata il più bell’esempio di fontana barocca in Italia. Tra scalinate e voltoni, Perugia svela la sua atmosfera medievale e diverse vedute della campagna circostante. Il centro storico cela anche un groviglio di vicoli coperti; sotto l’antica fortezza, la via Bagliona rappresenta con i suoi archi la testimonianza sotterranea dei rimaneggiamenti urbani intrapresi a partire dal Medioevo.
La festa dei Ceri a Gubbio
Dopo aver visitato Perugia, si parte alla volta di Assisi. La città di San Francesco è capitale mondiale dei francescani. Il commercio dei souvenir religiosi è particolarmente invadente, ma in questa meta di pellegrinaggio la profusione di chiese incastonate tra case medievali sprigiona un fascino inebriante. Un'altra località da visitare è Gubbio: a lungo rivale di Perugia, questa città situata nel nord-est della regione vanta una splendida architettura. Nella sua parte bassa, l’immensa loggia costruita sopra arcate medievali ricorda il luogo in cui gli artigiani asciugavano e tiravano le stoffe. Più in alto, il delicato Palazzo dei Consoli (XIV secolo) ospita le Tavole eugubine. Incise nel bronzo, sono l’unica attestazione dell’antica e misteriosa lingua umbra (300-100 a. C.). Ogni 15 maggio la piazza antistante il palazzo costituisce il punto di partenza della festa dei Ceri: da qui si snoda un labirinto di passaggi e di vicoli costeggiati da case del XIII e del XIV secolo che immerge i turisti nell’atmosfera medievale.
Vini rossi e bruschetta...
Superata Todi e i suoi baluardi a protezione degli austeri palazzi di Piazza del Popolo, appena si svela il sud-ovest dell’Umbria e il suo clima asciutto, ecco apparire le vigne. Tempismo perfetto, perché la tradizione culinaria della regione è ampiamente all’altezza (il pecorino, gli stringozzi, la bruschetta, le tagliatelle al tartufo nero sono di queste parti...). A Orvieto, città che sorge su uno sperone di tufo, i fedeli possono gustarsi il vin da messa, lo stesso usato per le funzioni in duomo, mentre ammirano la policromia delle tessere di mosaico della sua facciata mozzafiato. Tutti concordano nell’apprezzarne le virtù in occasione di banchetti più pagani. L'Umbria produce sola una minima parte dei vini italiani. Ma chi non ha mai assaggiato un rosso Sagrantino o un vino dolce Aleatico busserà alle porte del paradiso con un po’ di rimpianto… Per amor di completezza dobbiamo citare anche Foligno e il suo Palazzo Trinci (XV secolo), Norcia e il Parco nazionale dei Monti Sibillini, Spoleto e la sua abbondanza di splendori medievali, Montefalco e la sua cinta muraria… L’Italia possiede davvero bellezze in quantità...