TESTATA: Turismo.it

DATA DI PUBBLICAZIONE: 14/1/2015

Il comune in provincia di Perugia fa parte dei Borghi più Belli d’Italia e custodisce un patrimonio culturale e artistico d'eccezione

Regione di ineguagliabile bellezza, l’Umbria è un vero e proprio scrigno di tesori da scoprire piano piano, ricca com’è del suo straordinario patrimonio storico, artistico, naturale e religioso. Nei pensieri di molti si presenta come una ricca costellazione di antichi borghi immersi in un mare verde: tra questi spicca Deruta, suggestiva località non lontana da Perugia, celebre in tutto il mondo per le sue ceramiche.

Entrando nel centro storico dalla porta di San Michele Arcangelo, ai cui lati si possono notare i resti delle mura di cinta, si respira subito l’atmosfera antica che ci riporta al mestiere dei vasai e all’arte della ceramica: per questo non può mancare la visita al Museo Regionale della Ceramica, il più antico museo italiano dedicato a questo settore, una realtà di grande valenza storica e di straordinaria attrattiva. Istituito nel 1898, conserva oltre 6000 opere ed è ospitato nel trecentesco complesso conventuale di San Francesco, interamente restaurato.

Il percorso museale si sviluppa dal piano terra ai due piani superiori ed è introdotto da una sala didattica: viene dettagliatamente descritta, organizzata in periodi, l’evoluzione della maiolica derutese dalla produzione arcaica a quella del Novecento e si possono ammirare alcune aree tematiche tra cui la ricostruzione di un’antica spezieria, collezioni presentate integralmente, la sezione dei pavimenti in maiolica e quella delle targhe votive. La sezione contemporanea è costituita principalmente da opere provenienti dal Multiplo d’Artista in Maiolica e dal Premio Deruta; la sezione archeologica offre invece un significativo panorama dei principali tipi di vasellame prodotti in epoca antica e riunisce oggetti di ceramica greca, italiota, etrusca e romana.? Dal settembre 2013 il percorso di visita comprende anche l’area archeologica delle fornaci di San Salvatore, che ha portato alla luce una sequenza di strutture databili tra la fine del Duecento e gli inizi del Settecento e che ha consentito il recupero di un numero consistente di reperti ceramici.

E’ possibile arrivare alle fornaci di San Salvatore grazie ad un suggestivo tunnel sotterraneo che collega il museo con l’area archeologica e consente un itinerario unico. L’affascinante percorso si snoda dalle antiche fornaci per la cottura della ceramica alle collezioni storiche, fino alle produzioni del Novecento e agli spazi dedicati alle conferenze, alle attività didattiche e di laboratorio e alle mostre temporanee. Nella zona nord dell’area è visibile un tratto delle mura medievali della fine del Duecento; sul lato interno è stato rinvenuto un ambiente ipogeo in mattoni probabilmente adibito allo stoccaggio di argilla e metalli grezzi prima di essere utilizzato come butto, la cavità dove anticamente si versavano rifiuti di tutti i tipi. L’impianto produttivo principale, attivo tra il Quattrocento e il Settecento, è costituito da vari ambienti collegati tra loro con al centro due fornaci, una vasca per la decantazione dell’argilla e i resti di un forno fusorio.

Il Museo della Ceramica di Deruta non solo permette di capire questa realtà tanto importante che ha fatto la storia della zona (in epoca rinascimentale il predominio sul mercato, la coscienza artistica e la padronanza della tecnica dei vasai di Deruta hanno reso l’arte ceramica un’arte civile, che ancora oggi dona grande prestigio a chi la esercita), ma si pone anche come luogo di documentazione di una produzione storicamente e territorialmente definita, un archivio territoriale tematico interamente fruibile: per le opere più pregevoli e rappresentative l’allestimento esalta i singoli oggetti, mentre per la grande quantità di opere novecentesche, delle quali è interessante la visione complessiva, il progetto museografico si orienta verso una soluzione di esposizione-deposito. A rendere ulteriormente unico il Museo di Deruta è la presenza di una torre metallica di quattro piani comunicante su tutti i livelli con l’edificio conventuale: un’imponente struttura riservata ai depositi, colma di opere conservate in scaffali vetrati, accessibile al pubblico e debitamente attrezzata per attività di studio, per attività didattiche e di laboratorio, che lo rendono un vero vanto dell’Umbria e di tutto il Belpaese.

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