Umbria: dal passato al presente
di Gamer Bautdinov
Articolo vincitore
TESTATA: senator.senat.org
DATA DI MESSA IN ONDA: 9 febbraio 2013
Pian del Carpine
Giovanni da Pian del Carpine (1189/1190-1252) nacque a Magione, città che sorge vicino alla riva orientale del lago. Questo paese veniva anticamente chiamato “Pian del Carpine”, data la vicinanza a un carpineto. Poiché all’epoca non esisteva ancora il concetto di cognome, Giovanni venne denominato Giovanni da Pian del Carpine, in latino Johannes de Plano Carpini, quasi a sottolineare la sua provenienza dalla valle dei carpini. Da qui si diffuse nella storiografia il nome con cui oggi lo conosciamo.
Una delle maggiori attrattive di Magione è il Castello dei Cavalieri di Malta, risalente al Medioevo, vicino al quale sorge la Chiesa di San Giovanni Battista. Si pensa che proprio qui Giovanni intraprese il proprio cammino al servizio della Chiesa. Erano questigli anni in cui iniziavano a diffondersi gli ordini monastici dei Francescani e dei Dominicani, fondati nel XIII secolo. Anche il fondatore del primo, Francesco d’Assisi, era umbro e non c’è da stupirsi, dunque, se Giovanni fu uno dei suoi primi seguaci. In qualità di membro attivo dell’ordine, egli portò a termine importanti missioni in Europa eindirizzò i fratelli francescani verso altri paesi, spesso guidandoli in persona. Lo stesso papa Innocenzo IV dimostrò il proprio interesse verso il frate, affidandogli un’insolita missione: raccogliere informazioni sull’invincibile impero mongolo fondato da Gengis Khan.
In qualità di nunzio apostolico, nel 1245-1247, assieme al francescano Benedetto Polacco esu scommessa del Gran Khan, intraprese un viaggio senza precedenti per quei tempi sul Karakorum, dove veniva deciso il destino dell’enorme eredità di Gengis Khan. Durante i tanti spostamenti, i pellegrini visitarono molte zone del territorio dell’attuale Russia e le illustrarono molto dettagliatamente, facendo conoscere agli europei i popoli dell’Europa orientale e della Siberia, la vita e i costumi dei mongoli e l’organizzazione del loro grande impero. Inoltre, Giovanni fece numerosi incontri, come ad esempio con il Gran Khan Guyuk, con Batu, il comandante dell’Orda d’Oro, con principi russi e, in particolare,con Aleksandr Nevskij. Egli espose le sue osservazioni nell’HistoriaMongalorum,dal nome della prima traduzione in russo, un libro divenuto una delle fonti più importanti sulla storia della Russia. Inoltre, per accertare la veridicità del proprio viaggio intrapreso verso Oriente, nel libro l’autore chiamò come testimoni gli abitanti di Kiev e i mercanti veneziani e genovesi che all’epoca si trovavano nelle vicinanze. Il tragitto di questo laborioso viaggio fu di 10000 chilometri, stando a quanto dimostra la cartina esposta in una delle sale del municipio di Magione, nei cui pressi si trova un edificio costruito al posto della casa dove visse Giovanni. A lui sono state dedicate la piazza di fronte al municipio e la via principale della città, mentre nel parco locale gli abitanti hanno eretto un monumento al loro celebre concittadino. In questo modo, proprio qui, a Magione sul lago Trasimeno, si è venuto a tessere uno dei fili che, nei secoli, avrebbero legato l’Italia alla Russia.
Per quanto riguarda il destino di Giovanni, al suo ritorno dalla Mongolia, egli ricevette la totale ammirazione del papa il quale lo volle con sé a Roma per tre mesi, per poi designarloarcivescovo di Antivari sul mar Adriatico (oggi Bar nel Montenegro). Il nome di questa città deriva dalla sua posizione sul versante opposto rispetto alla Bari italiana, dove sonoconservate le reliquie di San Nicola il Taumaturgo. Ad Antivari Giovanni scrisse la storia del suo straordinario viaggio e si crede che vi sia morto il 1° agosto del 1252. Tuttavia, non è escluso che abbia trascorso i suoi ultimi giorni a Magione o a Perugia, capitale dell’Umbria.
Sul lago Trasimeno
1500 anni prima della nascita di Giovanni da Pian del Carpine, vicino al lago Trasimeno avvenne una delle battaglie più cruente tra le truppe del generale cartaginese Annibale e i Romani. Alla fine del III secolo a.C. egli compì un’impresa senza precedenti partendo da Cartagine, nell’Africa settentrionale, e attraversando i territori dell’attuale Spagna, i Pirenei, la Francia meridionale e le Alpi alla volta di Roma. Giunto sull’Appennino, Annibale sconfisse facilmente le prime legioni romane e nel 217 arrivònella parte centrale della penisola, al confine tra Toscana e Umbria. A sud si trovava il Trasimeno, e il generale cartaginese scelse le rive montuose a nord del lago per prepararsi alla battaglia. Egli sistemò i suoi soldati sulle colline circostanti ein una stretta gola posta tra le montagne e il lago, nella zona di Tuoro. Secondo lo storico romano Tito Livio, l’esercito romano cadde da solo in questa trappola: Annibale, infatti, aspettava proprio questa mossa e scagliò contro l’avversario tutti i suoi 20000 soldati. Secondo diversi storici, per i romani le perdite ammontarono dai 15000 ai 25000 uomini, mentre per i vincitori furono solo un decimo. Sul campo di battaglia morì anche Gaio Flaminio, console e comandante dell’esercitoromano. In tal modo, Annibale si aprì la strada verso il sud, anche se in realtà non dovette combattere a Roma, bensì riportò un’altra vittoria nella famosa battaglia di Canne in Puglia.
Oggi a Tuoro vi è un centro museale di documentazione la cui mostra racconta i fatti avvenuti nella battaglia sul Trasimeno. I collaboratori del museo possono mostrarvi i posti di questa battaglia, mentre nei mesi di luglio e agosto vengono allestiti spettacoli teatrali aventi come tema levicende di quel periodo.
Il Trasimeno e la città di Castiglione del Lago hanno da sempre attratto numerosi viaggiatori, tra i quali ricordiamo scrittori e poeti come Goethe, Byron, Stendhal e Andersen. La superficie del lago di 128 km² si formò circa 600 anni fa in seguito a un cataclisma geologico che causò un’enorme frana del terreno. La sua particolarità risiede nel non avere immissari ed emissari naturali, mentre oggi il livello dell’acqua viene mantenuto costante artificialmente. Le acque sono ricche di pesci, come il luccio, l’anguilla, la carpa, la tinca, la triglia, il persico e la trota. Inoltre, qui vi è un vero e proprio regno degli uccelli, soprattutto migratori: il cormorano, il martin pescatore, la cinciallegra, la pavoncella, il falco di palude, l’airone rosso e il cavaliere d’Italia.
Intorno al Trasimeno sono sparsi qua e là paesini molto pittoreschi i quali richiamano sia gli abitanti delle città limitrofe sia i turisti. Qui ci si può rilassare e prendere il sole, andare in vela o in barca, fare un giro tra le isolette, una delle quali, secondo la leggenda, fu il luogo scelto da San Francesco d’Assisi come proprio eremo. Il convento, invece, si trova ad Assisi, a 40 chilometri dal Trasimeno.
Da San Francesco d’Assisi
In viaggio per la verde, affascinante e accogliente Umbria, tra i tanti angolini, si possono notare le testimonianze del soggiorno di San Francesco d’Assisi (1181/1182-1226). Nato Giovanni Bernardone, egli proveniva da una famiglia benestante di mercanti di Assisi, ma ben presto abbandonò la casa paterna, rinnegò i beni familiari e,in monastero, prese il nome di Francesco. Si dedicò a predicare l’obbedienza, l’umiltà, la misericordia e la “santa povertà” come forme ideali dell’amore per Dio. Assieme ai suoi compagni, fondò una confraternita che in seguito venne convertita nell’ordine monastico dei Francescani. Francesco d’Assisi visitò molti luoghi, come l’Egitto e la Terra Santa, e trascorse gli ultimi anni della sua vita sulle montagne umbre. Le sue prediche, piene d’amore verso la gente, attirarono molte persone. Egli, però, fu anche poeta e nei suoi versi si rivolgeva alla natura, alle piante e agli animali: nel Cantico delle creature, infatti, si possono trovare versi meravigliosi come quelli rivolti a Fratello Sole e a Sorella Luna. Due anni dopo la morte, Francesco d’Assisi venne canonizzato e nel XX secolo, come Caterina da Siena, venne riconosciuto come uno dei santi patroni d’Italia più importanti e amati.
A lui sono state dedicate numerose chiese, fra le quali la più famosaè certamente la Basilica di San Francesco. La prima pietra venne posta ad Assisi nel 1228, quando Francesco venne fatto santo. La basilica è costituita da due chiese, una superiore e una inferiore, poste su due piani diversi ma che costituiscono un insieme organico. Nel sepolcro, posto nella cripta della basilica inferiore,vengono conservate le reliquie del santo, mentre gli interni sono decorati da affreschi sui temi della vita di Gesù Cristo e di San Francesco a cui lavorarono i migliori pittori italiani dei secoli XIII e XIV come Simone Martini, Cimabue e Pietro Lorenzetti. Il grande Giotto, invece, realizzò i suoi capolavori nella basilica superiore, sulle cui pareti si può vedere il ciclo dei suoi 28 dipinti che narrano la vita e la missione spirituale del santo.
Nella città vi sono molti altri monumenti degni di interesse: l’antico Duomo di San Rufino, la Basilica di Santa Chiara, seguace di San Francesco e fondatrice dell’ordine femminile delle Clarisse, la roccaforte, la Basilica di Santa Maria degli Angeli, alle porte della città. All’interno di questa basilica vi sono la Porziuncola, una piccola chiesa, e la Cappella del Transito, dove il fondatore dell’ordine dei Francescani esalò l’ultimo respiro. Nella stessa città viene tuttora conservata la casa in cui nacque.
Ogni anno ad Assisi vengonoorganizzatesolenni manifestazioni, tra le quali ricordiamo la Marcia della Pace alla quale partecipano numerosissimi pellegrini, molti dei quali stranieri. Non lontano da Assisi, nel paese di Montefalco si trova il Museo di San Francesco, collocato nell’omonima chiesa. Di particolare interesse è l’abside centrale dipinta nel XV secolo da uno dei maggiori pittori del Rinascimento, Benozzo Gozzoli. Questi affreschi rappresentano episodi della vita e delle azioni di San Francesco e dei suoi più fedeli compagni.
All’Umbria è legato anche il nome di un altro uomo di chiesa. Si tratta di San Benedetto, originario del paesino di Norcia, che nel VI secolo fondò il primo ordine religioso, anche se ciò non avvenne in Umbria, ma nel confinante Lazio. Lì, a Montecassino, tra Roma e Napoli, si trova il monastero benedettino più famoso.
Perugia…
Perugia, capoluogo della regione, ha una popolazione di circa 150000 abitanti. La storia della sua fondazione è legata al popolo degli Umbri, i quali hanno dato il nome alla stessa regione e che, nel IV secolo a.C., cominciarono a subire i soprusi degli Etruschi, un altro misterioso popolo dell’antichità. Nel 308 a.C., però, l’Umbria venne invasa dai Romani i quali, nel 295, sconfissero le forze congiunte delle popolazioni locali e conquistarono la città umbro-etrusca a cui diedero il nome di Perusia. A ricordarci di questo periodo della città oggi abbiamo l’arco etrusco posto alla porta d’ingresso al centro storico. Nel Museo archeologico nazionale si possono trovare molte notizie interessanti sul passato di Perugia e di tutta l’Umbria.
Durante il Medioevo la città non fu mai al centro di eventi storici. Dall’XI secolo divenne un libero comune, come molte altre città dell’Italia centrale e settentrionale. Tuttavia, la vita tranquilla dei suoi abitanti era travagliata non solo dai nemici esterni, ma anche dalle lotte interne alle famiglie più rinomate. In particolare, gli abitanti avevano assunto un atteggiamento ostile nei confronti della lotta tra gli Oddi e i Baglioni, per la quale nel 1534 Perugia fu costretta a sottomettersi a Roma, a quello stesso Stato Pontificio che nella storiografia russa viene comunemente chiamato Stato della Chiesa (il concetto di Vaticano comparve nel 1870, dopo che Roma venne invasa dalle truppe del Regno d’Italia e le proprietà del papa vennero ridotte all’attuale territorio del Vaticano). Dopo la conquista di Perugia, papa Paolo III fece costruirvi un’imponente roccaforte, la Rocca Paolina: oggi gli architetti del luogo hanno saputo utilizzare abilmente le sue superfici e hanno costruito delle interessanti strutture moderne con particolari gallerie per i pedoni.
Di Perugia risalgono al Medioevo palazzi, chiese e altri magnifici monumenti, come la Cattedrale di San Lorenzo, il Palazzo Comunale, il Collegio del Cambio, il Palazzo del Capitano del Popolo, l’Oratorio. Il centro della città ospita uno dei suoi simboli: la stupenda fontana del XIII secolo opera di Nicola e Giovanni Pisano, rappresentanti di una celebre famiglia di scultori di Pisa. Sui bassorilievi della parte inferiore della fontana sono scolpiti i segni zodiacali e i simboli dei dodici mesi dell’anno.
Perugia, come del resto tutta l’Umbria, è celebre per la sua scuola di pittura, le cui opere possono essere ammirate nella Galleria Nazionale dell’Umbria. Una delle vie principali della città porta il nome di uno dei più rinomati pittori del Rinascimento, Pietro Vannucci (1445-1523), detto il Perugino e originario di Città della Pieve. Nel suo laboratorio fecero esperienza anche altri artisti come il Pinturicchio (Bernardino di Betto) e il giovanissimo Raffaello Sanzio, nato a Urbino, nelle Marche. Alcune opere del Perugino sono conservate anche in Russia, in particolare al Museo Puškin delle Belle Arti di Mosca e all’Ermitage a San Pietroburgo.
Perugia, tuttavia, non vive solo del suo passato. È una delle città più ferventi d’Italia, e sono proprio i giovani a darle tutto il dinamismo e l’energia di cui gode. Oltre all’Università per gli Studi, a Perugia si trova la cosiddetta Università per Stranieri, dove circa 10000 studenti provenienti da vari paesi studiano la lingua, la letteratura e la cultura italiana.
La presenza di così tanti giovani, inoltre, ha in un certo senso plasmato il contenuto di varie festività della città, soprattutto in estate e a inizio dell’autunno. Parliamo dell’Umbria Jazz, un festival che vede la partecipazione di noti musicisti internazionali, del Teatro in Piazza con i suoispettacoli in strada, e del festival internazionale di burattini e marionette. Per gli amanti della musica classica e sacra ogni annoc’è la Sagra Musicale Umbra, un festival che si svolge contemporaneamente in molte altre città umbre, Assisi compresa.
Perugia è anche sede dellaPerugina, noto marchio di dolciumi, e ogni anno, nel mese di ottobre, si tiene l’Eurochocolate, una manifestazione della produzione delle migliori marche del settore, per la quale si radunano migliaia di amanti dei dolci provenienti dall’estero. Infine, per il divertimento dei bambini vi è anche il parco Città della Domenica.
Spoleto, Terni, Orvieto, Gubbio
L’Umbria occupa una porzione di territorio piuttosto modesta che conta 8500 km². Grazie alla quasi totale assenza di grandi industrie, essa è tra le regioni più ecologiche d’Italia. Vi è una grande abbondanza di verde, prati curati e boschi, ei morbidi contorni delle colline circostanti sono stati riprodotti sulle tele dei maestri del Rinascimento. Non a caso Aleksandr Blok, in viaggio in Italia nel 1909, dedicò all’Umbria alcune poesie piene di trasporto, contenute nella raccolta Versi italiani. Una di loro, “Annunciazione”, inizia così:
“Dall'infanzia, sogni e visioni
la dolce oscurità dell'Umbria.
Sulle siepi avvampano le rose,
cantano sottili le campane”.
“La dolce oscurità dell’Umbria” altro non è che la nebbia, come la tecnica dello sfumato, un gioco di luce e colori in armonia con le morbide forme del terreno. L’architettura delle città e dei paesi si inscrive organicamente nel paesaggio circostante, mentre le antiche costruzioni, i palazzi e le cattedrali medievali ci portano indietro all’antichità di questa terra e all’arte dei maestri che hanno realizzato tali capolavori.
La regione ospita una rete sviluppata di vie automobilistiche: da qui passa l’Autostrada del Sole e l’arteria principale della rete ferroviaria che collega il nord e il sud del paese. Raggiungere il mare Adriatico e il Tirreno da qui non è affatto difficile.
Dopo Perugia e Assisi, proseguendo verso sud, si possono vedere le porte delle mura romane di Spello, la bellissima cattedrale di Foligno costruita in stile romanico, il paese di Trevi, il cui nome ricorda la celebre fontana a Roma. In seguito, si può visitare Spoleto, una delle città etrusche più antiche, successivamente conquistata dai Romani e che, dal 570 al 1230, fu capitale dell’omonimo ducato. Dapprima fu la popolazione germanica dei Longobardi a regnare, poi a Spoleto toccò la stessa sorte di Perugia e di molte altre città umbre. Spoleto si rivelò ostaggio nella guerra tra gli imperatori germanici e i papi, finendo assoggettata alla Chiesa. Sono molti i monumenti architettonici risalenti sia all’epoca romana (ad esempio il Teatro romano), sia al Medioevo. Sulla collina che domina la città si erge la Rocca, una delle più grandi costruzioni di questo genere in Italia, dove al tempo si rifugiavano i papi. Suscita un grande effetto la cattedrale dell’XI secolo, la cui piazza antistante ospita i migliori spettacoli nell’ambito del Festival dei Due Mondi per il quale si esibiscono brillanti artisti provenienti dall’Europa e dall’America, tra cui anche nostri connazionali. Il programma è molto variegato: concerti di musica classica, opera, balletto, rappresentazioni teatrali, mostre d’arte, film (Spoleto Cinema), scienza (Spoletoscienza).
Terni, più a sud, rappresenta il centro industriale più grande della regione. È una città che possiede molti reperti storici, ed è solitamente legata alla leggenda di San Valentino e alla festa che si tiene il 14 febbraio, giorno in cui gli innamorati provenienti da diversi paesi si incontrano proprio qui. A un chilometro e mezzo di distanza si trova il lago di Piediluco nel quale si disputano gare internazionali di canottaggio e le cui acque danno origine alla Cascata delle Marmore, di ben 160 metri di altezza.
Da qui, dopo Narni, non siamo molto lontani da Roma; il nostro viaggio, però, continua in Umbria.
Tra le città più belle d’Italia, un posto particolare spetta a Orvieto. L’immagine della magnifica facciata del Duomo è presente su molti libri e dépliant pubblicitari. A Orvieto si trova una famosa necropoli etrusca dove sono custodite le tombe e gli oggetti della cultura materiale di questa antica civiltà. La storia di Orvieto è per molti versi simile a quella di altre città umbre, poiché anch’essa è stata parte della Chiesa. Inoltre, nel XIII secolo, Orvieto, come Viterbo nel Lazio, fu per un certo periodo di tempo residenza papale: a ciò si devono i Palazzi papali, dimora che i papi sfruttavano quandovolevano scappareda Roma. Alcuni conclavi, infatti, si tennero a Viterbo e a Perugia.
Agli amanti del mistero, Orvieto riserva una sorpresa. Stiamo parlando del Pozzo di San Patrizio, profondo circa 60 metri. Il pozzo, scavato su ordine del papa per mettere al sicuro la città in caso di assedio, ha 248 scalini grazie ai quali è facile scendere e raggiungere il fondo, dal quale si può intravedere una piccola porzione di cielo. Per la risalita, invece, servono molte energie e grande resistenzafisica.
Sulla via del ritorno da Orvieto a Perugia vale la pena fermarsi a Todi, una piccola città molto affascinante grazie alle sue tante chiesetteantiche. Procedendo verso nord, si può passare da Deruta, uno dei maggiori centri italiani di ceramica artistica che gode di ottima fama. Sonotante ancorale città e i paesi interessanti della zona, come Città di Castello, Umbertide, Gualdo Tadino, Nocera Umbra, Cascia, Ferentillo, Bevagna. È impossibile nominarli tutti!
Un ultimo posto che merita di essere visitato è Gubbio, a nord-est di Perugia. Qui, nel corso di scavi archeologici, furono rinvenute testimonianze scritte in tre lingue sulle antiche civiltà della zona. La città, con i suoi fantastici monumenti risalenti al Medioevo,si inscrive perfettamente nel paesaggio montano. A Gubbio si tiene annualmente uno spettacolo unico: nei giorni prima del 15 maggio, giorno di Sant’Ubaldo, patrono della città, gli abitanti realizzano tre gigantesche strutture in legno decorato a forma di pilastri del peso ciascuna di quattro quintali, sulle quali poggiano le statue di santi. Dapprima queste strutture, in posizione verticale, dalla quale prendono il nome di “ceri”, vengono portate di corsa per le strade della città in festa; poi gli uomini più forti trasportano questi pesi verso la vetta del monte Ingino, dove si trova la Basilica di Sant’Ubaldo.
Dopo questo straordinario spettacolo, tutto il resto sembra stranamente facile e persino lo storico viaggio di Giovanni da Pian del Carpine nelle profondità della Siberia non sembra più così arduo e faticoso.