I borghi medievali dell’Umbria: Spello, Montefalco e Bevagna
di Lee Marshall
TESTATA: Telegraph.co.uk
DATA DI MESSA IN ONDA: 2 agosto 2012
Ad Assisi, sul sagrato della Basilica di San Francesco, i gruppi di turisti si succedono guidati da ombrelli o bandiere levate verso il cielo; poi, raggiunto l’imbuto della biglietteria si fondono, rallentando quasi fino a strusciare i piedi. Qui a Spello, qualche chilometro più a sud, o a Bevagna o a Montefalco, sull’altro versante della verde Valle Umbra, specialmente fuori stagione, invece, il numero di turisti è più fedele alla vecchia regola del bus: nulla per ore ed ore, poi ne arrivano tre tutti insieme.
Una delle principali attrattive di questo terzetto di cittadine Umbre è proprio questa: pur trovandosi a un tiro di schioppo da Assisi, invasa ogni anno da un numero di turisti che va dai quattro ai cinque milioni di unità, sembrano appartenere ad un altro mondo; un mondo più adatto al turista da Grand Tour che a quello da bus turistico; un mondo dove si possono gustare deliziosi antipasti in un’enoteca piena di gente del posto piuttosto che fette di pizza poco cotta in locali dove è difficile udire una parola di Italiano.
Pur prive della levatura spirituale del luogo di nascita di San Francesco e di opere d’arte in grado di competere con gli affreschi con cui Giotto impreziosì le pareti della Basilica superiore di San Francesco, Spello, Montefalco e Bevagna non sono assolutamente da considerare cittadine minori. Assieme alla vivace Foligno, sede di mercato e snodo del trasporto locale, attorno alla quale sorgono, i tre borghi offrono uno straordinario mix di arte, storia, enogastronomia ed artigianato che li rende degni di almeno una settimana del tempo di qualsiasi visitatore.
La zona ospita anche uno straordinario esempio di architettura moderna – o forse sarebbe meglio definirla “arte”. Progettata dall’ottantaseienne scultore Italiano Arnaldo Pomodoro ed inaugurata nel Giugno del 2012, la cantina della Tenuta Castelbuono, nei pressi di Bevagna, è un incrocio fra opera d’arte, scultura e installazione paesaggistica. Ribattezzata il “Carapace”, la grande cupola di rame appiattita che emerge dalla sommità di un pendio tappezzato di viti come una sorta di animale preistorico appena destatosi dal sonno, sorge al centro di un nuovo vigneto in cui si sono impiantati vitigni Sagrantino di Montefalco da cui si ottiene il pregiato vino omonimo. Al suo interno, questa sorta di cattedrale secolare (e, come dichiarato da Pomodoro “l’unica fra le mie opere al cui interno si possa effettivamente camminare”) ospita, nel sottocupola, una scenografica sala degustazioni e, al piano inferiore, un’altrettanto spettacolare barricaia le cui pareti illuminate dal basso verso l’alto sono dipinte con le tonalità celesti di un cielo del Tiepolo.
Spello
Di borghi adagiati alla sommità di una collina nelle regioni del centro Italia non vi è certo penuria. Il borgo di Spello, però, più che alla sommità, si allunga sul fianco di una collina, la sua fitta schiera di case in pietra abbarbicata ad un contrafforte del Monte Subasio, la montagna di San Francesco. Splendide ed intatte, le sue mura cingono il centro storico come un prezioso monile.
In origine “Hispellum” fu insediamento Romano, affacciato sulla Via Flaminia, l’importante strada consolare, a breve distanza dallo strategico crocevia di Perugia. La più straordinaria fra le vestigia di questo scorcio della storia cittadina, accanto alle stesse mura, è la Porta Venere, porta di età Augustea stretta fra due imponenti torri dodecagonali, sita in posizione splendidamente isolata nella parte occidentale della cittadina.
Il resto delle principali attrazioni, ad iniziare dalla Collegiata di Santa Maria Maggiore, sorge perlopiù lungo Via Cavour, il corso cittadino. Abbellita esternamente da un portale medievale finemente scolpito, la chiesa cela il vero tesoro al suo interno: le pareti della Cappella Baglioni, una delle cappelle laterali, sono impreziosiste da uno dei cicli di affreschi più gioiosi e ricchi di colore realizzati dal Pinturicchio, opera commissionatagli nel 1501 dalla potente famiglia Baglioni ed incentrata sulla nascita e sull’infanzia di Gesù. Nella “Disputa di Gesù coi Dottori al Tempio” si può scorgere nientemeno che un ritratto del committente, il priore Troilo Baglioni che si gode compiaciuto i suoi 15 minuti di fama spazio-temporale, affiancato da un personaggio con scarsella rigonfia di denari alla mano, il tesoriere della chiesa.
Nelle vicinanze si trovano una rispettabile pinacoteca civica ed un altro paio di chiese che vale la pena visitare; tuttavia, a parte i due monumenti di maggiore spicco, i veri piaceri di Spello stanno nella tranquillità con cui la vita scorre nelle sue strade e nel pregiato marmo del Monte Subasio con cui è costruita, che al calar del sole assume una tonalità rosata che la rende unica nel suo genere.
Per maggiori informazioni: www.prospello.it
Montefalco
Certe cittadine medievali dell’Italia centrale paiono essere state progettate da artisti ispirati dai fossili marini di cui una volta abbondava il suolo di queste zone. Si pensi, per esempio, alla Piazza del Campo di Siena, dall’originale forma di conchiglia, o a Montepulciano, il cui corso si snoda a spirale a mo’ di conchiglia di lumaca di mare. Montefalco, invece, pare essere stata progettata ricalcando le forme di una stella marina: alla cittadina risalente al XII secolo si accede attraverso cinque porte, ognuna appartenente ad una parrocchia, da ciascuna della quali cui si apre una strada che conduce alla piazza centrale (più o meno) pentagonale adagiata alla sommità del declivio.
Pur di dimensioni più ridotte rispetto a Spello, Montefalco trasmette la stessa atmosfera vissuta. Ribattezzata il “balcone dell’Umbria” per la posizione elevata e per il bel panorama che da essa si gode della fertile piana sottostante, la cittadina si può pregiare del titolo di capitale del Sagrantino. Il borgo vanta, inoltre, una lunga tradizione nell’arte della tessitura del lino e del cotone, tradizione mantenuta viva dalla famiglia Pardi (tessitura pardi.com) che gestisce due punti vendita in città, al 10 di Corso Mameli e al 25 di Via Ringhiera Umbra (un negozio si trova anche a Spello, Corso Cavour 5).
Mi ricordo ancora quando, in una fredda giornata invernale degli anni ’80, misi piede per la prima volta nella locale chiesa di San Francesco; eravamo gli unici due visitatori e ci parve di esserci imbattuti in una sorta di tesoro sepolto. Oggi, la chiesa è inserita nell’organizzatissimo Museo di San Francesco (monte falco.it/museo); ma le emozioni trasmesse dal ciclo di affreschi dedicati alla vita di San Francesco, con cui Benozzo Gozzoli impreziosì le absidi e le cappelle della chiesa nel 1452, sono tutt’oggi forti e immutate. Mi piace in particolare la scena della predica agli uccelli dove l’upupa, il corvo, il cigno ed altri volatili se ne stanno in piedi di fronte al Santo ad ascoltarlo come scolaretti compiti. Nella pinacoteca ospitata al piano superiore, il pezzo forte è un austero crocifisso del XII secolo, dipinto da un artista di scuola Spoletina.
Per maggiori informazioni: promontefalco.com
Bevagna
A distinguere Bevagna dalle cittadine poste agli altri due vertici di questo triangolo della Valle Umbra è il suo essere essenzialmente cittadina di pianura. Bevagna sorge nei pressi del corso del fiume Teverone le cui acque sono state fatte confluire nei pittoreschi canali e bacini d’acqua per mulini che si ammirano appena fuori dal tratto orientale delle imponenti mura cittadine. Posta lungo una diramazione della Via Flaminia, in epoca Romana Bevagna doveva godere di importanza almeno pari a quella di Spello; a testimoniarlo il fatto che Agrippina, madre di Nerone, avesse una villa in città e che i fertili terreni agricoli della zona fossero celebri per i loro allevamenti di bestiame (oggi la piana è zona a vocazione prevalentemente oleovinicola, anche se la vicina Cannara, pochi chilometri a nord, è famosa per le sue cipolle).
La tranquilla Bevagna pare faticare a riempire l’ampio raggio delle sue mura; ma anche questo fa parte del suo fascino. Lo sviluppo lento e discontinuo che seguì l’epoca d’oro vissuta dalla cittadina in età Romana ha dato vita ad un tessuto urbano organico in cui il passato anziché essere rimosso è stato riutilizzato ed integrato e dove più strati storici coesistono gli uni con gli altri. Le vestigia di epoca Romana meglio celate della città si nascondono nelle viscere di un moderno palazzo di Via Porta Guelfa dove mostri marini, un astice raffigurato con dovizia di particolari ed una pazza piovra popolano il mosaico che ricopre il pavimento di un complesso termale risalente al II secolo d.C. (ingresso con biglietto cumulativo del Museo Civico che consente anche di visitare il grazioso teatro Ottocentesco).
Le altre due attrazioni più importanti della città sono San Michele Arcangelo e San Silvestro, le due chiese Romaniche che si affacciano, l’una di fronte all’altra, sull’intatta piazza medievale, Piazza Silvestri. Sono entrambe ricche di fascino; la mia preferita, però, rimane la chiesa di San Silvestro la cui estrema spogliezza e il cui presbiterio fortemente rialzato emanano un senso di severa purezza.
Per maggiori informazioni: prolocobevagna.it
COME ARRIVARE
Dalla Gran Bretagna, il modo più rapido per raggiungere l’Umbria è volando con Ryanair (Ryanair.com) da Londra Stansted all’aeroporto di Perugia (airport.umbria.it), sito una decina di chilometri a nord di Assisi. Volendo, la zona può essere visitata anche senza noleggiare un’auto: l’aeroporto è collegato da un servizio autobus con Perugia, Assisi (cambio per Spello) e Foligno (cambio per Bevagna e Montefalco). Spello ha anche una stazione ferroviaria (Trenitalia.com) sulla tratta Perugia-Foligno.