Spello, "il gioiello dell'Umbria"
di Vittoria Abbot Riccardi
TESTATA: The Boston Globe
DATA DI PUBBLICAZIONE: 20 novembre 2011
Non è certo in un negozio di biancheria per la casa che ti aspetteresti di coglierel’essenza di una cittadina Italiana; è stato, tuttavia, proprio in questo grazioso negozietto, il Telaiodi Spello, che la proprietaria Maria Covelli mi ha spiegato come i grigi, i verdi, i rossi ed i marronitenui delle sue tovaglie e dei suoi asciugamani fossero una perfetta metafora di questa cittadinacollinare, spesso trascurata dai turisti impazienti di visitare le vicine Perugia, Assisi e Orvieto.“Il grigio è un colore medievale”, mi ha detto, mostrandomi un asciugamano la cui tinta richiamavada vicino quella delle tuniche color pietra indossate dalle dame Umbre nel Medioevo. “E quelladella tessitura del lino e del cotone era una delle industrie più fiorenti della regione”. Poi, ha tiratofuori una striscia centrotavola fiorita color salvia e cenere, con frange annodate a mano.“Il verde è quello degli oliveti”, quelli che circondano Spello e danno i frutti da cui si ricava ilpregiato olio d’oliva della regione, famoso per il gusto vellutato.
“Il rosa e il crema”, ha aggiuntoindicando un canovaccio di quelle tinte, “sono i colori della città” che ,come Assisi, è stata costruitacon la pietra rosata tipica del vicino Monte Subasio.Dato che eravamo sole nel negozio, la Sig.ra Covelli ha continuato a spiegarmi come il granatasimboleggiasse i vini rossi del posto, come il Rosso di Montefalco e il Sagrantino. Le tonalitàruggine e marrone chiaro evocavano, invece, i campi di grano e di lino di cui è ricca la zona. Ildisegno a volute, le foglie, i fiori e le anfore – usate come recipienti per olio, vino e profumi – eranoclassici motivi Rinascimentali; il grifo era, invece, il simbolo di Perugia, un emblema importato dallaCina nel XVII secolo quando i vasai Italiani iniziarono ad imitare la ceramica Cinese. E il tipicomotivo a nido d’ape? Un omaggio al Cardinal Maffeo Barberini, salito al soglio pontificio nel 1623,sul cui stemma gentilizio campeggiavano tre api.Sopraffatta da cotanta abbondanza di allettanti opzioni, mi sono astenuta dal comprare. Quindi,ringraziatala, ho detto alla Sig.ra Covelli che sarei tornata a farle visita.Spello, ritenuta il “gioiello dell’Umbria”, mi ha incantato quando, quest’estate, ho affittato con alcuniamici una villa, al riparo da insetti e zanzare, fra le fresche colline che sovrastano la città, o meglioil paese dato che di questo si tratta vista la popolazione di soli 8700 abitanti.
Spello è il tipo dicittadina in cui tutti si vorrebbero imbattere nei loro viaggi, un luogo che apprezza il turista ma viveancora e soprattutto per gli abitanti del posto. Scordatevi Prada e Maserati, qui ad accogliervi cisono borse in tessuto e bastoni da passeggio, marciapiedi orlati di fiori, case in pietra e stretti vicolitortuosi che si snodano attraverso il centro storico.Fondata dagli antichi Umbri, nel I secolo Spello divenne colonia Romana con il nome di Hispellum.Ebbe il titolo di città nel 1829. Al centro storico di Spello, che è piacevole scoprire a piedi, siaccede attraverso tre splendidi archi Romani giunti intatti fino ai giorni nostri. Salendo su per ViaCappuccini, con le sue finestre dai davanzali adorni di gerani e le sue vecchiette sedute davantiall’uscio di casa a parlare del più e del meno, se ne attraversa uno dei più antichi, la Portadell’Arce, costruita con blocchi quadrangolari di arenaria bianca di provenienza locale commessi asecco. Voltandovi, potrete godere della splendida vista delle montagne incorniciate dall’arco.Raggiunto il bel prato terrazzato alla sommità della strada, si schiude alla vista un’ampia vista dellaValle del Topino e della vicina Assisi.
Il cuore di Spello è adagiato ai piedi (o in cima, dipende da dove si è entrati in città) degli scivolosimarciapiedi di pietra lucida delle strade adiacenti la Piazza della Repubblica, punteggiate da caffè,boutique, chiese e negozi di generi alimentari come quello di Maria Teresa Bracchini, luogo idealeper gustare un ottimo panino con la porchetta, ossia carne di maiale arrosto speziata con pepe erosmarino, tagliata fine e servita su un panino appena sfornato, vera specialità locale.
Come quelladelle altre città e cittadine Umbre, prive di sbocco al mare, anche la cucina di Spello è una cucinaprettamente rustica, in cui a farla da padrone sono funghi, tartufo, finocchio, coniglio, piccione,cinghiale, lenticchie, farro, pecorino e cicoria, conditi naturalmente dall’eccellente olio di oliva delposto. Un appuntamento da non perdere per cogliere a piene mani i frutti della stagione è l’annualefesta dell’olio e della bruschetta (L’Ora di Spello) che, quest’anno si tiene dall’8 all’11 Dicembre;quest’ode all’olio di oliva della durata di quattro giorni si tiene ormai ogni anno dal 1962 e proponedegustazioni, sfilate ed altre attività festive.Uno dei piaceri del visitare un luogo per più di qualche ora è dato dal fatto che si ha l’occasione diaffinare le proprie preferenze, individuando i migliori posti in cui mangiare, i migliori negozi e iluoghi da visitare. Per un buon pecorino locale, miele al tartufo (un regalo perfetto) e salumi dicinghiale (prosciutto), ci siamo fermati spesso da Piero Filippucci, negozio in cui l’omonimoproprietario propone anche una stupefacente selezione di marmellate, biscotti alle mandorle epasta secca.
Arte Legno vende deliziosi articoli in legno di olivo fra cui ciotole, pinze per insalata egiocattoli; l’Enoteca Properzio, invece, è il posto perfetto per assaggiare ed acquistare una miriadedi vini locali. Il gestore, Roberto Angelini, sarà lieto di organizzare – come ha fatto per noi – unpranzo accompagnato da una ricca degustazione di dozzine di rossi e bianchi della regione, fra cuianche alcune rarità acquistabili solo per suo tramite dato che non tutte le cantine Umbre sonoaperte al pubblico. Per quanto riguarda i ristoranti, ci è piaciuto in particolare La Bastiglia,ristorante a una stella Michelin, in cui si possono gustare eccellenti piatti stagionali all’interno osulla bella terrazza infiorata affacciata sullo straordinario patchwork tessuto da campi di grano edoliveti.La carenza di musei è compensata dall’abbondanza di chiese; se ne contano oltre una dozzina fracui la leggendaria Santa Maria Maggiore. Ultimata nel 1285, questa chiesa a navata unica ospitauna straordinaria serie di affreschi realizzati fra il 1500-1501 da Bernardino di Betto, meglio notocome il Pinturichio. L’”Annunciazione”, “L’Adorazione dei Magi” e la “Disputa nel Tempio”, fra ilavori più notevoli dell’artista, possono essere ammirate inserendo una moneta nell’appositacassetta ed accendendo così le luci tenute altrimenti spente per preservare i preziosi pigmentidelle opere. Vale davvero la pena spendere qualche Euro per ammirare queste stupende sceneRinascimentali popolate da figure in vesti rosse e zaffiro, da cavalli color avorio e da angeli dalle alidorate che si librano al di sopra di eleganti arcate in pietra nera e crema.
La Porta dell’Arce, uno dei più antichi fra gli archi Romani di Spello, fu costruita con blocchidi arenaria locale commessi a secco.
Non avessimo affittato un casa a Spello, non avrei mai scoperto l’incantevole passeggiata lungo glioliveti terrazzati dell’antico acquedotto Romano che costeggiavamo ogni giorno in auto entrandoed uscendo dalla città. Situato nei pressi della fontana comunale, da cui i residenti attingono lapiacevole acqua fresca con grandi brocche, il sentiero prende avvio nel punto in cui si trova lamappa in rilievo che illustra il percorso della passeggiata. Il sentiero, ricco di erba, ciottoli e fioriselvatici, è punteggiato da 24 punti di interesse fra cui un abbeveratoio per animali e un ponte adarco. Osservando attentamente la parete dell’acquedotto, si può notare come vi siano infisse lastredi pietra su cui sono incise massime di saggi quali Gandhi, Proust e Plutarco (portatevi undizionario di Italiano).La sua prossimità a così tante incantevoli città e cittadine collinari, ha reso Spello una base dipartenza ideale per esplorare la regione. Un giorno abbiamo visitato Assisi, dove abbiamopasseggiato attraverso le affollate strade della bella città natale di San Francesco e visitato lafamosa basilica (le cui pareti sono tappezzate di affreschi) dedicata al Santo. Perugia, patria deicelebri cioccolatini dal cuore di mandorla chiamati Baci, affascina con l’imponente duomo, laGalleria Nazionale dell’Umbria, un favoloso mercato dell’antiquariato all’aperto (l’ultima domenicadel mese) e bar memorabili come il Caffè Sandri, fondato attorno al 1860, dove ci si può fermareper uno squisito espresso pomeridiano accompagnato da una pasta al cioccolato con nocciole.Orvieto e Montefalco hanno affascinanti centri storici medievali e numerose cantine aperte alpubblico; la minuscola, graziosa Torgiano vanta un notevole museo del vino.La mattina prima di partire da Spello, sono tornata, come promesso, al Telaio di Spello per dare unsecondo sguardo alla biancheria.
Poi, ho fatto una puntata alla Tessitura Pardi, elegante negoziodi tessuti. E tra l’uno e l’altro negozio ho trovato tre ricordi speciali di questo luogo di cui mi sonoinnamorata: un set di tovagliette all’Americana color grigio medievale con motivi a volute, un set ditovaglioli verde oliveto ed una tovaglia fiorita blu scuro e rame che mi ricorda il colore del cielo altramonto che vedevamo ogni sera dalla nostra villa.
Se decidete di andare: Come arrivareUna volta giunti in aereo a Roma, uno dei modi più rapidi e comodi per raggiungere Spello ènoleggiando un auto (la cittadina dista 123 km da Roma); l’auto vi sarà indispensabile per visitare ivicini borghi collinari.
Cosa fare Santa Maria Maggiore Piazza Giacomo Matteotti, 18011-39-0742-301792Ultimata nel 1285 e considerata il più importante fra i monumenti di Spello, la chiesa ospita laCappella Baglioni in cui si possono ammirare gli straordinari affreschi realizzati dal Pinturicchio frail 1500 e il 1501. Non mancate di ammirarne il pregevole pavimento in maioliche di Deruta
Resti Romani. La parte Romana della città si trova ai piedi del centro storico medievale; vi si può ammirarel’anfiteatro sito nei pressi della Chiesa di San Claudio, sulla strada per Foligno, che si ritiene siastato costruito nel I secolo D.C. La passeggiata dell’acquedotto Romano inizia appena fuori PortaMontanara, in direzione del Parco Nazionale del Monte Subasio. Appena dopo la fontana pubblica,una mappa in rilievo illustra il sentiero che, snodandosi attraverso le colline sovrastanti la cittadinamedievale, raggiunge il minuscolo paese di Collepino.