Il cuore verde d’Italia: un tour epicureo attraverso l’Umbria
di Hanns-Jochen Kaffsack
TESTATA: DPA Deutsche Press Agentur
DATA DI PUBBLICAZIONE: 5 aprile 2011
Nel cuore verde d’Italia, vino e cioccolato scorrono a fiumi, i turisti in cerca di cultura sciamano verso i festival del jazz e del teatro, i fedeli si recano in pellegrinaggio alla Basilica di Assisi. Ma per molti, già il tartufo e l’eccellente vino delle trattorie sono un buon motivo per un viaggio in Umbria.
Perugia – Ancor più che i turisti, l’Umbria sembra attrarre a sé una luce davvero speciale – quella dei tiepidi raggi di sole che bagnano le morbide colline di questa sorella minore della Toscana. L’Umbria è considerata il cuore verde d’Italia. Ricca di tradizioni, l’Umbria ha sempre fatto di cultura e gastronomia il proprio fiore all’occhiello – ed attirato così nella regione Santi, pittori e papi.
Già Etruschi e Romani apprezzavano questo lembo di terra montuoso lontano dal mare. E oggi? Oggi ad attrarre i visitatori sono i festival del jazz e del teatro, le fiere internazionali del cioccolato; e in molti partono con qualsiasi tempo dalle ariose alture di Perugia per raggiungere in pellegrinaggio la vicina Assisi, città natale e luogo di sepoltura di San Francesco .
Vale davvero la pena prendersi un po’ di tempo per esplorare questa gemma incastonata fra Toscana, Marche e Lazio, fare il giro del Lago Trasimeno oppure ammirare lo spettacolare Duomo di Orvieto. Lungo il tragitto non mancheranno le trattorie dove gustare un piatto di deliziosi tartufi e buon bicchiere di vino.
La medievale Perugia, capoluogo della regione, è città giovane e dal respiro internazionale nonostante le antichissime origini. Ciò si deve al fatto che questa città di circa 150.000 abitanti ospita ormai da un centinaio di anni una notissima Università per gli stranieri, che ogni anno attira verso l’Umbria migliaia di giovani assetati di vita da ogni angolo del mondo.
Quando, poi, ad Ottobre scocca l’ora del festival internazionale del cioccolato, le strade adiacenti la Fontana Maggiore e il Palazzo dei Priori sembrano essere affollate da almeno la metà degli abitanti del centro Italia. Le vie si riempiono di bancarelle strabordanti di dolci di tutte le fogge immaginabili. Si trovano cerniere lampo di cioccolato, CD da sgranocchiare, dolcissimo kebab al cioccolato raschiato direttamente dallo spiedo, cioccolato in blocchi o liquido, da quello più bianco a quello più scuro.
Prima di sentirsi male, sopraffatti da un’overdose di zucchero, meglio trovare ricovero in una delle osterie nascoste nelle innumerevoli traverse e gustare qualcosa di più sostanzioso fra il tanto che la cucina Umbra ha da offrire. Anche se fuori non vedete alcun menu, all’interno vi attenderanno perlopiù specialità tipiche della regione come il “risotto alla norcina” – naturalmente con abbondante tartufo nero di Norcia – o gli “strangozzi”.
Ora però lasciamo perdere per un momento le gioie della tavola. L’Umbria è, infatti, ricca di storia e cultura come nessun’altro luogo. Da Perugia, con un breve tragitto, si raggiunge la cittadina di Assisi dove si può ancora respirare l’atmosfera fra il religioso e rivoluzionario della regola predicata dal Santo che sposò sorella povertà.
Vi dovrà, in ogni caso, essere chiaro che “pace” e “tranquillità” sono parole del tutto estranee all’interno della chiesa superiore ed inferiore della Basilica di San Francesco nonché all’interno della cripta dove riposano i resti del Santo venerato da milioni di persone. Non fatevi sfuggire, in ogni caso, l’occasione di ammirare gli straordinari affreschi, appena restaurati, dipinti da Giotto e dai suoi talentuosi allievi, trascinati lungo la navata della basilica dall’ininterrotto flusso di visitatori.
Alla meraviglia suscitata dagli stupendi affreschi Giotteschi fa da contraltare, sulla strada per Spoleto, nel sud dell’Umbria, un vero gioiello per gli amanti della buona tavola e del buon bere. Torgiano, si è fatta un nome fra gli amanti del buon vino grazie ai pregiati prodotti delle sue vigne e, soprattutto, grazie alla maestria con cui le diverse generazioni della nobile famiglia Lungarotti hanno saputo trarre il meglio dai vitigni locali.
Il nostro viaggio alla scoperta della verde Umbria prosegue piacevole e vario come il profilo elegantemente mosso dei monti e delle coline: per dieci mesi all’anno la cittadina di Spoleto mantiene la sua aria tranquilla e contemplativa; poi, fra giugno e luglio, le sue strade si animano di eventi culturali e l’intera cittadina pare farsi un grande palcoscenico di rappresentazioni teatrali, musicali, opera e danza. Il festival porta in città i nomi più importanti del pianeta e alcuni giovani artisti performativi.
Artisti del calibro di Peter Brook, Robert Wilson, Hans Werner Henze vengono a Spoleto per presentare le proprie produzioni. Trovare una camera libera durante il festival è una vera impresa. Forte della sua reputazione e della sua fama internazionale, il festival risplende con le sue scene ricche di cultura sull’affascinante sfondo delle montagne.
Se si è ancora un po’ storditi per l’emozione suscitata dalla grandiosa entrata in scena di un John Malkovich o di una Fanny Ardant su uno dei palcoscenici di Spoleto, un po’ d’aria fresca è ciò che ci vuole. Prima, però, non può mancare una visita ad Orvieto, tappa obbligatoria di un giro che ci porterà sulle sponde del Lago Trasimeno.
Già il celebre pittore William Turner trasse ispirazione dalla maestosa sorella minore di Perugia: “View of Orvieto” è il titolo della veduta dell’imponente cittadina, adagiata su di una piattaforma di tufo, realizzata dal pittore Inglese con abili sfumature di luce. Orvieto ha in serbo un’attrazione culturale senza pari che già da sola vale il viaggio: il Duomo. L’imponente edificio gotico a bande alternate bianche e nere irradia della sua bellezza tutto ciò che gli sta attorno, i suoi mosaici multicolori e le sue sculture sono una vera festa per gli occhi.
Il compatto sottosuolo tufaceo della cittadina è attraversato da centinaia di grotte, cunicoli e pozzi. Dopo tanta cultura non bisogna dimenticare i piaceri della tavola; e ancora una volta il turista affamato avrà l’imbarazzo della scelta. Meglio optare per la piccola trattoria “Al Orso” (penso si riferisca alla Trattoria dell’Orso, n.d.t.), con i suoi tavoli adornati da rose gialle e il suo pane “sciocco”, dove ad attendere l’ospite ci sono fagiano e coniglio tartufato ed un delizioso dessert di crema di castagne? O forse meglio fare visita al ristorante “Da Carlo”, appartato in un vicolo del centro, dove si siede praticamente in cucina e non c’è menu, ma il baccalà è favoloso e non manca naturalmente il cinghiale di cui le colline dei dintorni sono affollate.
Anche i boschi che attorniano il Lago Trasimeno sono resi poco sicuri dall’abbondante popolazione di cinghiali; ciò non disturba, in ogni caso, il nostro tragitto lungo le sponde di questo lago molto amato dai turisti. Su queste rive lo scaltro condottiero Cartaginese Annibale inflisse ai Romani una delle più dure e sanguinose sconfitte della loro storia. Oggi, in ogni caso, sul lago è tornata la pace, rotta di tanto in tanto dal chiasso dei molti campeggiatori che scelgono queste spiagge per le loro vacanze.