L’evasione italiana per chi non ama i pacchetti vacanze
di William Cook - The Telegraph
Articolo vincitore sezione Turismo Ambiente e Cultura
Dalla splendida architettura italiana agli uliveti rigogliosi, una regione straordinariamente incontaminata
Ad Allerona, un sonnolento villaggio dell'Umbria rurale, aiuto Elizabeth e suo marito Paolo nella raccolta annuale delle olive. Sono così sprovveduto che la figlia Naomi deve mostrarmi come si fa. "Si spazzolano i rami come fossero capelli" mi dice passando un piccolo rastrello tra le foglie. Ciò che è certo, è che un sacco di olive mature cadono a terra. Grazie a Naomi, a poco a poco ci prendo la mano e quando ci fermiamo per il brunch (pane fresco, formaggio saporito e salame piccante innaffiati da vino rosso umbro Hery), il pick-up di suo padre è carico di casse e sacchi di olive.
Paolo ed Elizabeth non sono agricoltori: Paolo Marchetti è uno scalpellino mentre sua moglie, Elizabeth Heath, è una giornalista americana che gestisce una piccola agenzia di viaggi su misura chiamata Villaggio Tours. Il loro raccolto proviene da una dozzina di piantoni che crescono nel loro grazioso giardino. Come racconta Liz, si tratta di un’attività tipica dell’Umbria. "Tutti quelli che hanno un pezzo di terra hanno degli ulivi o producono il loro vino", dice.
La raccolta delle olive è una delle attività che Liz organizza per i suoi ospiti. L'azienda è stata avviata lo scorso anno, con l'idea di offrire ai visitatori un assaggio della vita rurale italiana. L'ho incontrata a Trieste l'estate scorsa e mi ha incuriosito la sua storia: appena si è trasferita in Italia dagli Stati Uniti, ha incontrato Paolo e si è immersa nella vita familiare italiana tradizionale, in una cittadina italiana tradizionale. Le vacanze che organizza rispecchiano la sua esperienza personale: cucinare con i suoceri, fare acquisti nei mercati locali, incontrare persone e frequentare luoghi che i turisti abituali non vedono mai.
È un'esperienza intima e autentica, completamente diversa da una vacanza convenzionale. Ma è anche emblematico di un fenomeno più ampio, che ha radici profonde qui in Umbria. Cittaslow, fondata 25 anni fa nella vicina Toscana ma con sede nella città umbra di Orvieto, si fa promotrice di un turismo più lento e di uno stile di vita più gentile. In parte si tratta di promuovere un turismo sostenibile, ma anche di preservare il caratteristico stile di vita che prevale in luoghi come Allerona: meno automobili e più traffico a piedi; meno catene di negozi e più punti vendita indipendenti; meno turismo di gruppo e più viaggiatori individuali. Non c'è da stupirsi che il logo di Cittaslow sia una lumaca.
Inizio il mio viaggio a Orvieto, una cittadina storica, dedalo di grotte e cunicoli. Con i suoi 20.000 abitanti, la città è arroccata su una collina scoscesa e la sua architettura antica le conferisce un'imponenza che stona con le sue modeste dimensioni. L'attrazione principale è la sua sontuosa cattedrale, ma per me l'emozione più grande è perdermi nei suoi vicoli labirintici, disseminati di negozi e caffè alla moda. Mi fermo per un drink e un boccone in un locale chic chiamato Bottega Vera e poi faccio il check-in nel mio hotel, il discreto e signorile Palazzo Petrvs. Salgo le scale di pietra fino alla mia camera barocca, mi metto a letto e mi addormento come un sasso.
Al mattino, dopo aver fatto colazione nel cortile del palazzo, mi incontro con Liz, che mi accompagna in auto per una decina di chilometri fino ad Allerona, un agglomerato di case in pietra su una cima scoscesa, circondata da robusti bastioni. Cade una pioggia fine e leggera. La valle sottostante è avvolta nella nebbia. Liz mi dice di non fermarmi sotto la torre dell'orologio. Si dice che porti sfortuna starci sotto quando suona. Saliamo a piedi fino al mio alloggio, un accogliente rifugio chiamato Bed & Basta. Si trova in una piazza acciottolata, di fronte a una chiesa medievale - austera all'esterno, ornata all'interno. Liz e Paolo si sono sposati qui.
Pranziamo in un'elegante osteria chiamata La Panatella - è straordinario trovare una cucina così buona in un paese di poche centinaia di abitanti - ma la sera mi aspetta una sorpresa ancora più grande, quando Liz mi porta a conoscere Girolamo Misciatelli Bernardini la cui famiglia produce olio d'oliva ad Allerona da oltre 200 anni. Da altrettanto tempo vivono in questo palazzo buio, in una strada secondaria. Dall'esterno non sembra un granché, ma all'interno il palazzo è originale e immutato dal 1800. Ci deliziamo con dolci, salumi e tanto vino locale.
Il mattino seguente ci addentriamo in Toscana, a San Casciano dei Bagni. Questa città in cima alla collina è bellissima, ma l'attrazione principale sono le sorgenti termali nella valle sottostante. Queste vasche fumanti sono sempre state molto frequentate dagli abitanti del luogo, che vengono qui per rilassarsi e immergersi nell'acqua calda, ma solo pochi anni fa gli archeologi hanno fatto una scoperta straordinaria: un santuario romano perfettamente conservato che per molti secoli fu un luogo di cura e di culto.
Durante gli scavi di questo antico sito sono state trovate migliaia di monete romane, gettate in acqua dai visitatori nella speranza che le acque potessero curare i loro malanni. Sono state rinvenute inoltre decine di statue etrusche. Sembra che i Romani abbiano costruito questo stabilimento balneare sui resti di un santuario etrusco ancora più antico. Gli scavi sono ancora in corso, ed è questo che rende questo luogo così emozionante. Chi può sapere quali altri tesori potrebbero venire alla luce qui?
Pranziamo in un ristorante alla mano chiamato Hosteria di Villalba. Il cibo è piuttosto semplice - pasta fatta in casa con pancetta, pollo e patate fritte – ma finora è il mio pasto preferito. Come tutti i pasti migliori, è semplice: ingredienti locali, cucinati al momento, nessun artificio. Dopo pranzo, il simpatico capocuoco Adio Provvedi ci accompagna per una passeggiata nel bosco alla ricerca di erbe selvatiche e funghi.
Il giorno dopo, tornati ad Allerona, ci godiamo un abbondante pranzo casalingo a casa della madre di Paolo. Al tavolo, imbandito per una dozzina di persone, troviamo zii, cugini, nipoti e alcuni amici di Paolo, venuti a dare una mano per la raccolta delle olive. Dopo qualche bicchiere di Orvieto, non ricordo più chi è chi. Il cibo è più o meno lo stesso di ieri, ma non importa. Chi ha bisogno di tanta varietà quando le basi sono così eccellenti?
Dopo pranzo, Paolo porta le olive al vicino frantoio Cecci e alcuni di noi si uniscono a lui. Assistiamo alla lavorazione delle olive raccolte la mattina: vengono schiacciate in una pasta densa e poi spremute in una ricca poltiglia verde. Mentre aspettiamo, Maurizio Cecci ci fa visitare il frantoio e ci fa assaggiare diverse varietà di olio d'oliva. Sono tutti squisiti, ma per il mio palato inesperto hanno tutti lo stesso sapore.
La sera sono troppo stanco per mangiare, bere o anche solo per parlare - non sono abituato a faticare seriamente - così mi ritiro presto nel mio accogliente alloggio. Mi sdraio nella penombra, sentendomi completamente appagato, confortato dal vociare alticcio che proviene dal bar giù in strada.
Il mattino arriva in fretta insieme ad un cielo azzurro e limpido, carico di promesse. Oggi la mamma di Paolo tiene un corso di cucina, ma io devo tornare a Roma. Liz mi accompagna a Orvieto per prendere il treno. Mentre aspetto alla stazione, mi ricordo di una cosa che mi ha detto ieri a proposito della sua vita in Italia. "Non è tutto chianti e musica per fisarmonica". È vero, non lo è, ma in un certo senso è anche meglio. Riguarda la famiglia e la comunità. Chi potrebbe chiedere di più?
Come fare
British Airways collega Roma a Londra Heathrow, ITA a Londra City, Wizz Air e Vueling a Londra Gatwick, EasyJet a Gatwick e Bristol, Ryanair a Edimburgo e Jet2 a Birmingham, Glasgow, Leeds, Manchester e Newcastle.
Il treno dall'aeroporto di Roma Fiumicino a Orvieto impiega circa due ore e mezza, a partire da 17,45 euro (14,70 sterline) a tratta.
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